sabato 7 agosto 2010

Dialoghi e Canalizzazioni



29 Luglio 2010 alle ore 10,35 - DIALOGO CON IL MAESTRO: G E S U' precisa il Suo pensiero sulla Canalizzazione del 1999 !!!


Maestro,
Lei sa che non Canalizzo e che, con Voi Tutti, c'è solo un dialogo costante per il lavoro che svolgo...
Lei, Maestro, mi chiede di farlo: perchè proprio io? Forse perchè F.C. si è ammalata in questi giorni?

MAESTRO GESU'> Perchè siamo Amici, Tutti ti vogliamo bene e Ci fidiamo di te!

Lei, Maestro, Sa bene che quando pubblicherò, qualsiasi cosa venga fuori dal Nostro dialogo, non sarò creduto?

MAESTRO GESU'> Non credo affatto che non sarai creduto...forse fingeranno di non crederci...in fondo,
Alessandro, tu vivi profondamente immerso in un abisso di dualità, per svolgere bene il tuo lavoro...vedi, Alessandro, questa mia è una esatta precisazione relativamente alla Canalizzazione del 1999 a me attribuita...
Non ho *mai* fatto quella Canalizzazione e, tanto meno, dettato quelle parole...la rifiuto e la disconosco!E' stata creata ad arte dall'Ombra "per spingere nel *terrore* l'Umanità"!

Esattamente, cosa intende dire, Maestro?

MAESTRO GESU'> Quella Canalizzazione, alla quale anche tu hai creduto, pubblicandola, propone concetti, parole, argomenti totalmente contrari a quanto da Me detto alle moltitudini di persone che Mi seguivano. Quella Canalizzazione del 1999, è *carta straccia da gettare nel fuoco!*
Questo dialogo con te, vuole essere solo una prima puntualizzazione verso le parole attribuiteMi nel 1999: TUTTI coloro che l'hanno letta, devono *filtrare quelle parole, attraverso parte del Sermone della Montagna, riportato da Matteo: è una cosa terribile, attribuirMi parole di totale ingiustizia verso l'Umanità!*

Lei,Maestro, vuole dettarmi una nuova serie d'istruzioni per l'Umanità, in relazione al 2012?

MAESTRO GESU'> No, per il momento no, **MA MOLTO PRESTO ""N O I"" parleremo e daremo istruzioni, rivolgendosi all'intera Umanità!
Per il momento Io dico a te e a tutti voi che leggete, questa mia precisazione= leggete e riflettete con molta attenzione sulle* Parole che ho detto nelle BEATITUDINI del Sermone della Montagna*.
Questa e solo QUESTA è la Base del NOSTRO Pensiero, il fulcro delle Nostre future istruzioni: Le Beatitudini sono *l'esatto specchio di Dio in cui ritrovarsi".
L'Ombra ha giocato le sue carte: ma come è stato possibile che migliaia di persone, *abbiano accettato l'idea che NOI avremmo assolto ogni aspetto d'Ombra del karma personale? Come è stato possibile che l'intelletto umano abbia accettato l'idea, rilanciata da più fonti, che tutti "coloro che *non sono cresciuti* e *non abbiano compreso*, sarebbero stati eliminati o addirittura vaporizzati, com'è di moda indicare questa ecatombe, nel vostro tempo.

(...c'è una lunga pausa di silenzio...vedo che il Maestro sta riflettendo, ad occhi chiusi...)

Maestro, ha terminato di dettarmi?

MAESTRO GESU'> No...desidero ribadire un concetto d'estrema importanza: tutti gli scritti, libri, canalizzazioni attuali di qualsiasi provenienza e con riferimento al 2012, che NON ABBIANO LO SPIRITO DELLE "B E A T I T U D I N I" in sè, dovete allontanarli da voi tutti: una Canalizzazione anche affascinante, *ma che sia totalmente priva d'ogni riferimento, morale ed etico, allo SPIRITO DELLE BEATITUDINI, non è stata scritta dalla LUCE DIVINA, ma dall'Ombra che, argutamente, svia e fa proseliti!
Comunque, vorrei concludere con questo esatto riferimento: TUTTO ciò che, molto presto, NOI diremo o faremo, trarrà alimento dallo Spirito delle "BEATITUDINI", vero ed indiscutibile nucleo del Nuovo Piano Spirituale per tutta l'Umanità.

Alessandro, tu mi conosci benissimo: ti chiedo il favore di descrivermi, affinchè cessi, finalmente, la vostra mania di descrivermi bello, biondo e con gli occhi azzurri....
Noi ti Benediciamo con Amore e Gratitudine, per tutto ciò che operi per Noi, e Benediciamo Tutta l'Umanità,

GESU'

LE BEATITUDINI (...dal Vangelo di Matteo...)
Matteo 5,1-12

Il sermone sul monte, 5-7

Le beatitudini
=Lu 6:20-26; Sl 34:11-19 (De 18:15, 18-19; Is 61:1-3)
1 Gesù, vedendo le folle, salì sul monte e si mise a sedere. I suoi discepoli si accostarono a lui,
2 ed egli, aperta la bocca, insegnava loro dicendo:
3 «Beati i poveri in spirito, perché di loro è il regno dei cieli.
4 Beati quelli che sono afflitti, perché saranno consolati.
5 Beati i mansueti, perché erediteranno la terra.
6 Beati quelli che sono affamati e assetati di giustizia, perché saranno saziati.
7 Beati i misericordiosi, perché a loro misericordia sarà fatta.
8 Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.
9 Beati quelli che si adoperano per la pace, perché saranno chiamati figli di Dio.
10 Beati i perseguitati per motivo di giustizia, perché di loro è il regno dei cieli.
11 Beati voi, quando vi insulteranno e vi perseguiteranno e, mentendo, diranno contro di voi ogni sorta di male per causa mia.
12 Rallegratevi e giubilate, perché il vostro premio è grande nei cieli; poiché così hanno perseguitato i profeti che sono stati prima di voi.

Come mi ha richiesto, descriverò il Maestro com'è realmente "ora"...a molti di voi, può sembrare una descrizione* leggera e irriverente*, ma non lo è= QUESTO E' "IL TAGLIO" che il Maestro mi ha chiesto di dare alla descrizione della Sua persona *perchè sarebbe incoerente fra le BEATITUDINI che ho indicato ed un aspetto "speciale"...in fondo, ho lavorato duramente per vivere, per molti anni...* (Parole del Maestro):

-Non ha occhi azzurri: I SUOI OCCHI SONO GRANDI,MARRONE SCURO,PROFONDI da perdersi ed hanno una particolarità singolare...osservandoli con attenzione, si nota una strana sfrangiatura attorno alla pupilla, formata da microscopici triangolini di un marrone più chiaro...

-Non ha i capelli biondi: i Suoi capelli sono nerissimi, che tiene lunghi fino alle spalle ed ha una barba incolta, nera...

-IL COLORE DELLA SUA PELLE: non è di un bianco caucasico...è olivastra mediamente scura, come molti palestinesi...

-LA SUA ALTEZZA E IL SUO ASPETTO GENERALE: è un uomo di circa mt 1,70 d'altezza con una corporatura NON esile, ma possente come sono tutti coloro che hanno lavorato duramente, tutta una vita...Il Suo aspetto è molto gradevole allo sguardo...personalmente, Lo giudico un bel palestinese...

-LE SUE MANI: purtroppo molti pittori dovranno rivedere, nelle loro opere, quel particolare...sono mani che non sono mai state esili, affusolate...sembra impossibile pensare quanta dolcezza possano esprimere, carezze affettuose con *quelle mani grandi e callose, le mani di un uomo che le ha usate molto per lavorare duro e a lungo....

Infine, 2 particolari che sono stati oggetto di scambi animati (...è un Uomo che ha molta autoironia...):

-COM'E' VESTITO: indossa "una strana *cosa* a metà fra un saio e un poncho, IN CANAPA GREZZA"...più volte Gli ho fatto presente quanto dolore deve provocargli quel tessuto..." no, va benissimo così...è il mio cilicio..."....in vita, porta una corda di canapa annodata...

-Infine, i suoi piedi: ovvio, sono in proporzione alle mani....ma è ciò che calza che può lasciare perplessi: porta "zoccoli di legno, consunti ed i grandi piedi, sono tenuti da due cinghie in cuoio, incrociate...anche degli zoccoli abbiamo parlato..."....ma scusa, perchè cambiarli? Sono comodi...e i piedi non sudano mai.."

{ Parole del Maestro Gesù, raccolte da alessandro_corsi2012@yahoo.com


Canalizzazione di S.Michele Arcangelo del 22 Luglio 2010

Canalizzazione dell’ARCANGELO MICHELE (da Lui Stesso richiesta): 22 LUGLIO 2010

CHANNELING OF F.C. - ROME - July 20, 2010
22/07/2010 ore 22

Io affido al Divino in Ogni Forma tutto quel che scriverò in questo messaggio per il quale mi viene richiesta la Canalizzazione.

L’Energia Divina si esprime nel modo più giusto per mezzo dell’Arcangelo Michele che sono pronta a canalizzare.

Arcangelo Michele:
Grazie cara, puoi cominciare a scrivere. “GESU’ E’ RISORTO”.
I concetti sono tre e sono molto semplici: è il percorso che dall’Anima porta alla Mente.
La difficoltà è soltanto nell’infinità di desideri che vi sovrapponiamo, per impedire la trasmissione della Luce, finchè le vostre scorie presenti e passate, saranno state eliminate.

1° CONCETTO.
La Mente è IL DIVINO MANIFESTO, al Servizio dell’Umanità terrena. E’ fatta della sostanza che serve a mantenere i contatti con la Terra e con il Cielo, ponendosi essa come ponte.
Questo ponte rischia di non fare il proprio lavoro di trasmissione quando il Seme Karmico primordiale, è “intasato” da informazioni iniettate ad arte per deviarne il percorso.

Quindi la Mente svolge un importantissimo lavoro di raccordo tra la Potenza di Dio in Lui e i fermenti che l’hanno portato ad evolversi sulla terra.
Quindi LO SPIRITO è il motore, la turbina, l’inizio propulsore che dà inizio a tutte le cose. Tutto questo deve essere recepito dala Mente Divina che, attraverso il Profumo, l’Energia, il Karma della Coscienza che lo ospita, lo mette in atto.

Ovviamente, l’impulso che parte dal Divino, in modo unitario, si manifesta nella Creazione attraverso la Coscienza che lo ospita e del Momento Evolutivo che sta vivendo.

La Mente, quindi, è importante e va nutrita e indirizzata verso il Divino, attraverso gl’impulsi dell’Anima e soprattutto attraverso una Sadhana appropriata che comprenda Conoscenza, Servizio e Amore Manifesto, dando senza aspettativa alcuna.

2° CONCETTO.
Il secondo concetto riguarda la gestione del potere che Anima, Mente e Coscienza concertano per non portare a compimento l’impulso di Luce presente da sempre nello Spirito Primordiale.
E’ l’impulso atavico Coscienziale che si manifesta, in particolare, sul Pianeta Terra; è la fonte della Divisione che le Anime sono chiamate a superare. E’ l’impulso Generatore ed Evolutivo che, per la lotta di sopravvivenza fra Energie, crea l’attrito e il Fuoco necessario per fondere gli elementi e portare a compimento l’evoluzione della Specie.
A volte le Anime scelgono un percorso tortuoso per arrivare ad Essere. Devono passare attraverso le mille tentazioni create ad arte per forgiarne il Carattere, la Resistenza, la Duttilità e il Senso Profondo di Appartenenza a Dio Creatore.
Questo è uno dei compiti dell’Ego, la coesione terrena che crea il Percorso che l’Anima deve superare, finchè le Sirene, durante il Percorso, verranno ascoltate e seguite.
La Mèta agognata sarà difficile da raggiungere! Tutto serve, quindi, per “allenare” al perseguimento finale, il ricongiungimento con il Sé Superiore, il Dio Creatore che è il fine stesso della Sua esistenza e della quale, è soltanto un mezzo di Manifestazione.
3° CONCETTO.
Come riconoscere ciò che siamo?
Come riconoscere e superare gli ostacoli e le trappole sul vostro cammino per impedire il compimento del vostro ESSERE? Il fondersi totalmente in Lui? Nella Creazione Manifesta, ad ogni istante di cui siamo parte Indivisibile ed Eterna?
E’ presto detto: vivere ogni istante consapevolmente, portando la Tua Coscienza nella Manifestazione.
Tu sei Coscienza Divina Manifesta, ogni cosa vive e si esprime nella Coscienza di Essere Unita al Tutto. Tu sei Coscienza Divina di Esistenza Immortale ed Eterna, espressa in un modo sempre diverso, ma del tutto marginale.
Rispetto a ciò che sei realmente, che importanza ha, che importanza hanno i fattori riguardanti “il ruolo”?
Sono come quegli abiti di scena che, alla fine dello spettacolo, vengono lasciati in un angolo a riempirsi di polvere, per poi dissolversi nel tempo, dimenticati e consunti.
Il Ruolo va vissuto per quello che è l’attore. Lo “SPIRITO DIVINO” gli dà la scena, lo fa vivere come un falò che, una volta spento, lascia l’humus di cui si nutre la terra, l’energia, l’esperienza, l’evoluzione, mentre va persa quell’impronta lasciata dalla cenere: è l’humus di cui si nutriranno altre creature, altri Ruoli.
La Manifestazione continua, senza tempo e senza interruzione.
Come…come farvi capire, percepire che Dio, la Creazione Infinita ESISTE PERCHE’ E’ MANIFESTO QUI, come in TUTTI gli Infiniti, attraverso la Consapevolezza di Manifestarlo!
Attraverso la Consapevolezza di Essere Il Suo Gioco Cangiante dalle infinite facce e ruoli in ogni Regno Terreno e Cosmico.
Più porti alla Luce lo SPIRITO DIVINO che ti anima, più SEI e non hai bisogno di essere altro.
Sei già a casa!
Vivi, Consapevolmente ogni attimo, sapendo che, in qualsiasi punto del Gioco Caleidoscopico, TU SEI.
LO RAPPRESENTI!
LO VIVI!
LO SEI!
Con Amore Lucente, con Amore che nulla lascia d’intentato, mai, per aiutare un’Anima ad andare verso SE STESSA!

Michele Arcangelo


C A N A L I Z Z A Z I O N E: Canalizzazione della VERGINE E MADRE DI GUADALUPE (dopo specifica Meditazione): 07 LUGLIO 2010

Canalizzazione della VERGINE E MADRE DI GUADALUPE (dopo specifica Meditazione): 07 LUGLIO 2010

CHANNELING OF F.C. - ROME - July 7, 2010
07/07/2010 alle 21,30

Alla Madonna di Guadalupe
.
Madre Divina, m’inchino al Tuo Amore e alla Tua Presenza in me e in tutti noi.
Sia fatta sempre La Volontà Divina del Tuo Cuore, o Creatrice.

Ti chiedo di rispondere a ciò che il mio Cuore chiede di conoscere riguardo ad ASHTAR SHERAN e riguardo al Codice 6.4.9. datomi da Alessandro e che sento corrispondermi e a quant’altro vorrai comunicarmi, se ciò è possibile. Grazie.

La Divina Madre di Guadalupe.

Cara figlia, si, ciò è possibile perché mi sei cara, sei un’Emanazione Antica che è molto unita alla mia Energia Originaria e mi sei molto cara da tanto.

Per quanto riguarda ASHTAR SHERAN, essa è un’emanazione dell’Ombra. Ogni cosa, come sai, è creata con lo scopo di Servire La Luce e anche l’Ombra lo fa attraverso le sue Emanazioni Spirituali (…è anch’essa Spirito…), Energetiche e Fisiche.

Ogni Energia su questa Terra d’avventura è di Evoluzione ad un compito specifico. Ogni cosa, quindi, ha uno scopo ed un fine.

Quello dell’Ombra e dei Suoi Condottieri, è quello di riportare TUTTI alla LUCE!!! Ti sembra incredibile? Non lo è perché l’Ombra è uno Strumento Divino per portare alla Ricerca della Verità e Consapevolezza attraverso La Sofferenza ed è uno strumento di ricerca molto consono e adatto ad una Energia come quella del Pianeta Terra.

E’ soltanto attraverso gli strumenti forniti dall’Ombra che l’Anima cerca la via per ritrovare e trasformare in se il braciere di fuoco che, attraverso la combustione, può ridurre in cenere ciò che va Evoluto e portare ad una nuova rinascita.

Ashtar Sheran è un mio strumento, va preso per quello che è, un canale di Comprensione e di Evoluzione per Anime alla ricerca profonda della Verità. E’ un mezzo molto,molto potente e molte Anime all’inizio del percorso, trovano in lui il linguaggio, la forma e l’Energia prevalente del Pianeta Terra, che le attira, ed è l’inizio di un Percorso.

Attraverso l’Energia prevalente delle Paure, si camuffa da Amore ma, ripeto, è attraverso questo mezzo che cerca di sedurre, usando tutti i trucchi e l’Anima inizia ad aprirsi per cercare, poi, sempre più risposte superiori per cercare, infine, Me, se la sua volontà di trovarMi è sempre più profonda e ripetuta.

A volte le Anime e soprattutto le Menti, rimangono avviluppate in quell’Energia e non hanno la possibilità di arrivare alla FONTE PURISSIMA DEL LORO SPIRITO, ma anche questo fa parte del Gioco, il loro Gioco Karmico.

Tutto serve, ora, sul Pianeta Terra, la Paura è il primo elemento di cui si servono i Maestri affini a quell’Energia per farti schiavo e ridurti ad uno zombie senza volontà sua propria o può spingerti a cercare salvezza molto profondamente, all’interno di te, alla ricerca della Luce. Soltanto chi Vuole Veramente, Mi trova, ricordalo, e allora non ci sarà più tentazione.

Quindi Ashtar Sheran fa parte del Gioco, il Gioco Divino e in questo caso, astuto tentatore, Profondo Conoscitore dell’Animo Umano: le tenta tutte per “ SALVARLO”, come afferma, ma non con l’Ascensione, portandolo “disperatamente” alla ricerca di “se stesso”.

Se l’accetti, come hai fatto fin’ora, con Amore, lo integri in te, dandogli la possibilità di ricongiungersi con il suo opposto, LA LUCE e soprattutto di riconoscervisi.
Sii, soltanto, sempre, molto, profondamente Consapevole di ciò che ospiti avendo come fine L’UNIONE, IL TUTTO, “L’UNO”.

6.4.9.? Ho inteso dare un messaggio con questo codice che deriva dalla mia comunicazione come MADONNA DI GUADALUPE. Un Codice non chiaro e subito riconoscibile da tutti coloro che, lo riconosceranno, sapranno di essere figli della Mia Energia.

Non andare alla ricerca del perché esoterico e scientifico di tutto questo, ogni Anima ha la sua peculiarità di intenzione, di ricerca e di CONOSCENZA, lasciati andare semplicemente al tuo sentire, riconosci la vibrazione di questi numeri-Energia e lasciali sottilmente agire.

Lascia che la Mia Immagine sia motivo di studio e di riflessione per le menti analitiche e predisposte.
TU, bimba mia, usa il tuo canale a Me prediletto, il Cuore, irroralo e illuminalo della bellezza e delle profondità del tuo Spirito.

Ti benedico ora e sempre.

MARIA DI GUADALUPE

venerdì 6 agosto 2010

EDGARD CAYCE - Luglio 1928: Canalizzazione:* *SONO MICHELE: IL SIGNORE DELLA VIA* * (Eleanor Demidon)- BIOGRAFIA DI EDGAR CAYCE

* *SAN MICHELE ARCANGELO - REALI FUNZIONI E DOVERI VERSO DIO E VERSO L'UMANITA'* *

Arcangelo Michele contro Basilisco e Leviatano

Può l’immaginazione di un bambino non essere colpita da un eroe che
combatte contro un drago?
Da bambino ne ero affascinato come d’altronde il mio nipotino Michele!
La curiosità è rimasta ed in più momenti mi sono accostato alle Sacre Scritture
ed alle tradizioni per indagare su quanto ci fosse di concreto sulla figura
dell’Arcangelo Michele e dei draghi.
Per la ricerca ho cercato di sceverare le sovrastrutture mitiche di tradizioni e
folclore popolare da quanto di solido legato alle Scritture e, per comprendere
quale sia l’effettivo ruolo dell’Arcangelo nella storia della salvezza, come m’è
solito, seguendo l’idea di cui ho detto in “Decriptare le lettere parlanti delle
sacre scritture ebraiche“, mi sono servito dei pochi testi ebraici canonici che
parlano di Michele e di quelli strettamente collegabili, leggendoli in profondità
anche per decriptazione con i criteri di “Parlano le lettere” inserito in questa
rubrica “Decriptare la Bibbia” d’Edicolaweb.
Ciò contribuisce a fornire elementi per fugare false idee e confusioni di ruoli tra
l’Arcangelo e l’essenza del Messia che in più tempi e in vari modi sono apparse
a suggerire alterazioni della verità.
Il mio interesse per l’Arcangelo Michele, infatti, non data da poco in quanto quel
nome evoca ricordi e comunione nella mia casa, perché nome di famiglia.
La presenza di quel potente Arcangelo dal 1994 s’è poi materializzata alla
testata del mio letto matrimoniale in una gran cornice dorata a forma di lunetta
su una tavola grande ove ho fatto affrescare una copia di una bella immagine
del Santo.
Il tempo come nemico
Prima d’entrare nel vivo del tema farò una necessaria premessa.
Nel credo cristiano c’è l’attesa di un’ora - la fine dei tempi - nota solo a chi
muove la storia, istante la cui attesa echeggia nel Vangelo: “Il Figlio dell’uomo
verrà nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli”. (Mt 16,27)
La fine dei tempi è soltanto un’estrapolazione a tutto il nostro mondo della realtà
della morte che attende il singolo o ha basi concrete?
La scienza, pur se non ha definito la causa prima dell’universo, conviene
nell’attribuirgli un inizio da cui ha senso scandire una scala dei tempi.
E’ poi certo che in ogni sistema chiuso di questo mondo sensibile aumenta il
disordine o entropia, e non è possibile il moto perpetuo.
E’ pure assodato che l’uomo, che s’auto referenzia quale il più evoluto frutto
della terra, ha l’idea di un’entità metafisica definita eternità sulla cui origine è
dibattuta l’idea che sia innata nell’uomo o che sia un’estrapolazione del tempo
per dilatazione fino alla perdita di senso dell’inizio e della fine.
La discriminante tra le due è l’esistenza o meno di una entità, definita Dio, quale
causa prima del creato e quindi dell’uomo.
Appena però si prova a comparare l’idea metafisica dell’Eterno con l’esperienza
scientifica dell’universo sensibile s’incontra la dimensione tempo che stride con
l’idea di un mondo perfetto, in quanto ha implicito in sé il concetto d’evoluzione
e di decadenza, perciò di una lotta tra l’essere e la non esistenza, della verità
per uscire dalle tenebre; in sintesi la luce e le tenebre del 1° giorno del Genesi.
Il tempo ed il male, il caos, il non essere, per esperienza di millenni di vita
dell’umanità, paiono in qualche modo tra loro così strettamente connessi che
appena appare il tempo si fanno presente anche le realtà negative e viceversa.
Nella cosmogonia Egizia, Apep o Apophis è il simbolo del demonio
rappresentazione dell’Oscurità, del Male e delle Forze del Caos, raffigurato
come un serpente o un drago che contrasta il cammino alle forze della luce.
La lotta con Ra, il dio Sole, continua anche nella notte e l’acme dello scontro
avviene nell’ora settima, ma Iside con arti magiche evita che Apep prevalga ed
all’aurora i sacerdoti con riti magici propiziavano la vittoria delle forze del bene.
Nelle eclissi di sole sembrava che Apep ottenesse una temporanea vittoria.
Tale accenno conferma che il contrasto tra male e verità e tra luce e tenebre è
considerato da millenni e che una definitiva vittoria della luce con l’affermarsi
dell’idea d’eternità comporta il pensiero di una fine dei tempi, fondamento di
fede delle religioni che si rifanno al padre Abramo.
L’Apocalisse, poi, annuncia in modo profetico la conferma del tempo finale della
vittoria dell’essere sul male apertosi con la venuta da parte della Parola di Dio:
“Poi vidi il cielo aperto, ed ecco un cavallo bianco; colui che lo cavalcava
si chiamava "Fedele" e "Verace": egli giudica e combatte con giustizia …
gli eserciti del cielo lo seguono su cavalli bianchi, vestiti di lino bianco e
puro. ” (Ap 19,11.14)
Ai tempi di Gesù, infatti, la tensione messianica ed escatologica per la fine dei
tempi era particolarmente viva, anche tra i pagani, come fa trapelare il Vangelo
di Matteo con l’episodio dei re Magi, i “goim”, venuti a stretto contatto con la
cultura ebraica e con le varie comunità che per commercio s’andavano aprendo
nelle più importanti città delle nazioni affacciatisi sul Mar Mediterraneo.
Il libro degli Atti degli Apostoli, scritto prima dell’Apocalisse, nell’episodio del
martirio riferisce Santo Stefano che al Sinedrio contestò che era stato
disconosciuto il Cristo ed ispirato disse: “Ecco, io contemplo i cieli aperti ed il
Figlio dell’uomo che sta alla destra di Dio” (At 7,56) attestando il
compimento in Gesù di Nazareth delle profezie di Daniele della venuta nella
gloria del Figlio dell’uomo.
Il tempo nella visione pagana comportava l’idea di cicli col ritorno a situazioni
analoghe come anelli di una spirale ed il passo ad una simbologia di serpente
dragone attorcigliato che snoda le sue spire, tipo immagine d’Apep, è breve.
L’immagine di una creatura mitica, di un dragone, mostro affine ad un rettile,
presente in molte culture a partire dalla babilonese (Tiamat) e dall’egizia, fu
ripresa poi dall’ebraismo e dalla cultura cristiana; del pari si trova nei miti
scandinavi ed in forme diverse anche nella cultura cinese e di oltre oceano.
C’è in tutte queste mitologie un essere di gran potere che lo contrasta; si pensi
al Leviatano, al drago dell’Apocalisse che lotta con Michele arcangelo, a San
Giorgio patrono dell'Inghilterra che uccide o addomestica il drago, a Fafnir, il
drago che ruba il tesoro dei Nibelunghi ed è ucciso da Sigfrido e così via.
L’Arcangelo Michele, in ebraico מ י כ א ל Micael “Chi è come Dio?”, nelle
Sacre Scritture è figura preminente nella lotta contro il male.
Viene a trapelare una lotta iniziata in cielo con la cacciata degli angeli ribelli,
che invadendo la terra hanno schiavizzato i suoi abitanti, le cui vicende sono
oggetto però per lo più di molti testi non canonici delle Sacre Scritture.
Michele in questa guerra è capo delle legioni celesti, invocato per la buona
morte, protettore di paracadutisti, commercianti, fabbricanti di bilance, maestri
d'arme, schermidori e poliziotti; il Santo è festeggiato il 29 settembre con
Gabriele e Raffaele che la tradizione associa agli Arcangeli.
Va subito detto che nell’A.T. ove gli angeli agiscono in tantissime occasioni non
appare la definizione di arcangelo e che angelo in ebraico è malak מ ל א ך ove
ל א ך “mandare” rivela la funzione di “messaggero”.
Nella lettera agli Ebrei c’è una sintetica definizione di “angelo”, in greco
αγγελoν: “… sono essi tutti spiriti incaricati d’un ministero, inviati per
servire coloro che devono ereditare la salvezza …”(Eb 1,14)
Per i testi dell’A.T. sono appunto gli intermediari tra Dio e gli uomini, comandati
da Dio stesso che le Scritture tratteggiano con elementi antropomorfici come un
re sul trono, circondato dalla corte di servi santi in complessa gerarchia, ove i
cherubini sostenendo il trono fanno muovere il suo carro di fuoco, la merkabah,
e secondo Ezechiele il Figlio dell’uomo che sta su quel carro non è un servo.
Vi sono poi i serafini che cantano la sua gloria, e … così via tutte le schiere con
i nomi che la tradizione ha voluto riconoscere.
Il Catechismo della Chiesa Cattolica, autorevolmente afferma che “l’esistenza
degli esseri spirituali, incorporei, che la Sacra Scrittura chiama abitualmente
angeli, è una verità di fede. La testimonianza della Scrittura è tanto chiara
quanto l’unanimità della Tradizione” (n° 328).
Dal libro di Daniele poi s’evince che nella gerarchia degli angeli Michele è
definito un grande principe.
Il termine arcangelo si trova solo nel N.T., in latino "archangelus", in greco
αρχαγγελoν, ove αρχαιν "archein" indica comandare.
L’Apocalisse riferisce che ”Scoppiò quindi una guerra nel cielo: Michele e i
suoi angeli combattevano contro il drago” (Ap12,7) e se Michele é definito
capo d’angeli è un arcangelo.
In Giuda 9 Michele poi è definito arcangelo in modo inequivocabile.
La tradizione gli associa Gabriele e Raffaele pur se questi sono definiti angeli
con nomi che identificano specifiche funzioni:
- Gabriele, ג ב ר י א ל , ”eroe di Dio” (Dan 8,16; 9,21; Lc,19,26);
- Raffaele ר פ א א ל , “Dio guarisce” (Tob 3,17:12,15).
Raffaele, nel libro deuterocanonico di Tobia, testo non accolto tra le Scritture
sacre canoniche ebraiche e non riconosciuto dai cristiani protestanti, di sé
stesso dice: “Io sono Raffaele, uno dei sette angeli che sono sempre pronti
ad entrare alla presenza della maestà del Signore.”(Tb 12,15).
Di ciò c’è eco nell’Apocalisse (8,2.6): “Vidi che ai sette angeli ritti davanti a Dio
furono date sette trombe ... I 7 angeli che avevano le 7 trombe si accinsero a
suonarle” ed il non canonico Libro di Enoch (l'Etiope Enoch) a Michele,
Gabriele, Raffaele associa Raguel, Zerachiel,Remiel e א ו ר י א ל Uriel “luce di
Dio” che nella tradizione ebraica è l’angelo che contrastò Mosè perché non
aveva circonciso il figlio (Es 4) e annunciò la nascita di Sansone (Giud 13,3-5).
Nell’A.T. poi più volte si trova la notazione di Angelo del Signore od Angelo di
Iahwèh (Gen 16,7.13; 22,11; Es 3,2; Giud 2,1) per indicare una particolare
teofania di Dio che “pur se abita in una luce inaccessibile” (1 Tim 6,16) si
rende visibile in un qualche modo ad un personaggio biblico.
La modalità che sceglie è però un minimo riflesso però captabile dall’uomo,
perchè Dio non lascia vedere la sua faccia (Es 33,20).
Dal N.T. nel pensiero di Cristo resta integro l’immaginario sugli angeli che si
ricava dal V.T. e San Paolo attesta l’esistenza dei troni, dominazioni, principati
e potestà (Col 1,16) e virtù (Ef 1,21) della tradizione ebraica.
L’Apocalisse è la “Rivelazione di Gesù Cristo che Dio gli diede per render
noto ai suoi servi le cose che devono presto accadere, e che egli manifestò
inviando il suo angelo al suo servo Giovanni.” (Ap 1,1)
Nel V sec.d.C. in "Celeste gerarchia" ci fu una prima sistemazione della dottrina
sugli Angeli dallo Pseudo-Dionigi, detto così perché nel Corpus Areopagiticum
s’autodefinì ateniese "Dionigi, membro dell'Areopago", nominato in Atti degli
Apostoli (17,22); lì a Michele, Gabriele, Raffaele associa Uriel, Camael, Jophiel
e Zadkiel e la gerarchia è distribuita in 9 cori, raggruppati in 3 triadi: - Serafini,
Cherubini e Troni - Dominazioni, Virtù e Potestà - Principati, Arcangeli e Angeli.
Papa Gregorio Magno (540-604), santo e dottore della Chiesa, tra gli Arcangeli
considera Michele, Gabriele, Raffaele, Uriel, Simiel, Orifiel, e Zachariel.
In definitiva, però, sul tema degli arcangeli il Catechismo della Chiesa Cattolica
di fatto ricorda, indirettamente, un solo arcangelo, identificabile in San Michele,
quando sul tema della Parusia, cioè della venuta finale del Cristo, al n°1001
così recita: ”… nell’ultimo giorno (Gv 6,39-54; 11,24), alla fine del mondo vi sarà
la risurrezione dei morti: Perché il Signore stesso, a un ordine, alla voce
dell’arcangelo e al suono della tromba di Dio, discenderà dal cielo. E prima
risorgeranno i morti in Cristo (1 Ts 4, 16).”
Michele nella Tradizione Ebraica
Secondo la tradizione ebraica Michele:
- è il più alto nella gerarchia degli angeli;
- è principe dell’acqua e angelo dell’argento;
- annunciò a Sara che avrebbe dato alla luce Isacco;
- chiamò Abramo intento all’akedah (obbligo) e gli fermò la mano perché non
sacrificasse il figlio;
- lottò con Giacobbe e guidò gli Israeliti mentre vagavano nel deserto;
- è il Principe celeste di Israele, che agisce come l’avvocato del popolo
ebraico e presenta le preghiere dell’uomo a Dio;
- sta alla destra del trono della gloria ed è alla destra dell’uomo sulla terra;
- nemico gli è Sammaele, l’angelo caduto che guida le forze malefiche del
Sitra Achra (altra parte) e accusa Israele in cielo e prende energia ormai
solo dal peccare degli uomini.
Michele e non Metratron sarebbe il Gran Sacerdote celeste ed accompagna gli
uomini pii in cielo dopo la morte e offre le loro anime sull’altare celeste.
Nell’età del Messia sarà lui che darà voce allo shofar alla resurrezione dei morti,
strumento che è suonato nel giorno di Rosh ha-shanah - capodanno ebraico
(Num 29,1), come pure alla lettura dell’akedaah in ricordo dell’ariete che era
stato usato da Abramo come sacrificio sostitutivo.
Michele, Gabriele, Raffaele e Uriel per la tradizione ebraica sono gli angeli della
Presenza Divina posti attorno al Trono di Gloria, ma sarebbe superiore ai
compagni Gabriele, Raffaele e Uriel perché sta alla destra e “vola ad adempiere
i suoi compiti con un solo movimento invece che con due” (sic!).
Michele nella Bibbia canonica - Antico Testamento
Michele come nome proprio di persona si trova in:
- Numeri 3,14, per il padre di Setur un esploratore del paese di Canaan;
- 1 Cronache 5,13.14, per due Gaditi nel paese di Basan;
- 1 Cronache 6,25, un Levita, bisnonno del cantore Asaf;
- 1 Cronache 7,3, un capo tribù d’Isaccar;
- 1 Cronache 8,16, un Beniaminita che abitava a Gerusalemme;
- 1 Cronache 12,21, un capo Manassita;
- 1 Cronache 27,18, uno della tribù di Isaccar;
- 2 Cronache 21.2, un fratello del re di Giuda Ioram;
- Esdra 8,8, padre di Zebadia, compagno d’Esdra tra i rimpatriati da Babilonia.
Come nome riferito all’arcangelo si deduce nei brani ove Daniele parla della sua
apparizione e poi dei tempi finali.
*** Daniele 10,10-21 “Ed ecco, una mano mi toccò e tutto tremante mi fece
alzare sulle ginocchia, appoggiato sulla palma delle mani. Poi egli mi disse:
Daniele, uomo prediletto, intendi le parole che io ti rivolgo, alzati in piedi, poiché
ora sono stato mandato a te. Quando mi ebbe detto questo, io mi alzai in piedi
tutto tremante. Egli mi disse: Non temere, Daniele, poiché fin dal primo giorno in
cui ti sei sforzato di intendere, umiliandoti davanti a Dio, le tue parole sono state
ascoltate e io sono venuto per le tue parole. Ma il principe del regno di Persia
mi si è opposto per ventuno giorni: però Michele, uno dei primi principi, m’è
venuto in aiuto e io l’ho lasciato là presso il principe del re di Persia; ora sono
venuto per farti intendere ciò che avverrà al tuo popolo alla fine dei giorni,
poiché c’è ancora una visione per quei giorni. Mentre egli parlava con me in
questa maniera, chinai la faccia a terra e ammutolii. Ed ecco uno con
sembianze d’uomo mi toccò le labbra: io aprii la bocca e parlai e dissi a colui
che era in piedi davanti a me: Signor mio, nella visione i miei dolori sono tornati
su di me e ho perduto tutte le energie. Come potrebbe questo servo del mio
signore parlare con il mio signore, dal momento che non è rimasto in me alcun
vigore e mi manca anche il respiro? Allora di nuovo quella figura d’uomo mi
toccò, mi rese le forze e mi disse: Non temere, uomo prediletto, pace a te,
riprendi forza, rinfrancati. Mentre egli parlava con me, io mi sentii ritornare le
forze e dissi: Parli il mio signore perché tu mi hai ridato forza. Allora mi disse:
Sai tu perché io sono venuto da te? Ora tornerò di nuovo a lottare con il
principe di Persia, poi uscirò ed ecco verrà il principe di Grecia. Io ti dichiarerò
ciò che è scritto nel libro della verità. Nessuno mi aiuta in questo se non
Michele, il vostro principe e io nell’anno primo di Dario (Anno 536 a. C.), mi
tenni presso di lui per dargli rinforzo e sostegno.
*** Daniele 12,1-4 “Or in quel tempo sorgerà Michele, il gran principe, che
vigila sui figli del tuo popolo. Vi sarà un tempo di angoscia, come non c’era
mai stato dal sorgere delle nazioni fino a quel tempo; in quel tempo sarà salvato
il tuo popolo, chiunque si troverà scritto nel libro. Molti di quelli che dormono
nella polvere della terra si risveglieranno: gli uni alla vita eterna e gli altri alla
vergogna e per l’infamia eterna. I saggi risplenderanno come lo splendore del
firmamento; coloro che avranno indotto molti alla giustizia risplenderanno come
le stelle per sempre. Ora tu, Daniele, chiudi queste parole e sigilla questo
libro, fino al tempo della fine: allora molti lo scorreranno e la loro conoscenza
sarà accresciuta."
Questi sono brani fondamentali sull’arcangelo Michele dai quali si ricava che nel
testo esterno del pensiero biblico v’è che ogni nazione ha un proprio angelo
protettore; sono, infatti, qui citati Michele, il vostro principe, cioè il protettore
d’Israele, nonché i principi protettori di Persia e di Grecia.
Nella rubrica “Decriptare la Bibbia” http://www.edicolaweb.net/lettere.htm di
Edicolaweb è inserito l’articolo “I geroglifici ebraici del libro di Daniele” ove,
tra l’altro, ho riportato la decriptazione lettera per lettera ottenuta con le regole
di lettura di “Parlano le Lettere” dell’intero testo originario di Daniele, così
come scritto nel canone biblico Masoretico (in parte in aramaico e in parte in
ebraico), decriptazione peraltro preannunciata possibile nello stesso testo ove
dice “chiudi queste parole e sigilla questo libro, fino al tempo della fine“.
Da quella decriptazione, a cui rimando, risulta evidente che il tema del Messia
pervade le fondamenta di quel libro e l’arcangelo Michele non appare che nel
testo esterno come nome che spezzato opportunamente contribuisce alla
formazione dell’epopea messianica.
Nel secondo passo di Daniele, già citato, l’arcangelo Michele è associato alla
risurrezione dei morti ed alla retribuzione finale, sicché gli eventi dell’arcangelo
s’intrecciano strettamente con quelli del Messia (vd. ad es. Mt 25,46, Gv 5,29).
Il primo brano di Daniele porta ad un passo del profeta Zaccaria (3,1-8) sulla
vestizione di Giosuè e sulla profezia della venuta del Germoglio ove pur non
esplicitamente alcuni vedono un riferimento a Michele ed al suo potere di
rimettere i peccati, di cui si legge nella tradizione ebraica.
Il Vangelo però al proposito dei peccati osserva ”Chi può rimettere i peccati se
non Dio solo?” (Mc 2,7b) ed anche dal decriptato di quel testo di Zaccaria non
v’è traccia di Michele, ma solo del Cristo.
Questo è il brano di Zaccaria 3,1-8, traduzione CEI, seguito dalla decriptazione.
“Poi mi fece vedere il sommo sacerdote Giosuè, ritto davanti all’angelo del
Signore, e satana era alla sua destra per accusarlo. L’angelo del Signore disse
a satana: Ti rimprovera il Signore, o satana! Ti rimprovera il Signore che si è
eletto Gerusalemme! Non è forse costui un tizzone sottratto al fuoco? Giosuè
infatti era rivestito di vesti immonde e stava in piedi davanti all’angelo, il quale
prese a dire a coloro che gli stavano intorno: Toglietegli quelle vesti immonde.
Poi disse a Giosuè: Ecco, io ti tolgo di dosso il peccato; fatti rivestire di abiti da
festa. Poi soggiunse: Mettetegli sul capo un diadema mondo. E gli misero un
diadema mondo sul capo, lo rivestirono di candide vesti alla presenza
dell’angelo del Signore. Poi l’angelo del Signore dichiarò a Giosuè: Dice il
Signore degli eserciti: Se camminerai nelle mie vie e osserverai le mie leggi, tu
avrai il governo della mia casa, sarai il custode dei miei atri e ti darò accesso fra
questi che stanno qui. Ascolta dunque, Giosuè sommo sacerdote, tu e i tuoi
compagni che siedono davanti a te, poiché essi servono da presagio: ecco, io
manderò il mio servo Germoglio.” (Zaccaria 3,1-8)
In “Profezie nei Vangeli: il protovangelo di Zaccaria” di Edicolaweb ho
riportato la decripazione della II parte - capitoli da 9-14 - del libro di Zaccaria
con un esempio di come provvedo alle decriptazione, peraltro, ben chiarito in
“Parlano le lettere”.
La decriptazione di questi otto versetti del Cap. 3 della I parte di Zaccaria è la
sintesi d’un altro protovagelo che coglie l’inizio della vita pubblica del Cristo.
-Decriptazione di Zaccaria 3,1-8
Zc 3,1 A portarsi sarà alla vista.
L'energia che è dell’Unigenito ha segnato Gesù.
Esce il sacerdote del mondo.
Cammina la mano portata dal Potente, in azione ai viventi in aiuto.
Del Potente la Parola inviata è in pienezza in un vaso.
Il Signore reca nel mondo acceso il cuore di benignità.
La protezione dell'Altissimo ai viventi è inviata.
Porta del Potente la risurrezione, nel cuore gli abita.
Zc 3,2 E fu dalle origini per il ribelle, che nel mondo si recò, ad entrare la
maledizione; Satana fu nel cammino.
La nudità recò al mondo, da dentro la rettitudine uscì, bruciò dai cuori l'energia.
Ed è in cammino dal nemico il Signore per il pianto degli eletti.
Dentro s’è in un corpo portato per bruciare il serpente che vive nel mondo.
Il serpente si porta l'Unigenito a colpire nel mondo.
Dell'Unico reca l’aiuto ai viventi; l'idolo inizierà a bruciare.
Zc 3,3 E Gesù nel mondo è entrato ove il serpente abita e ne brucerà la
perfidia. Al mare su si reca l'Unigenito (Mare di Galilea), del mare si porta al
popolo, ai pianti, ai lamenti esce da angelo.
Zc 3,4 Portatosi s’è agli afflitti.
E’ iniziata ai viventi alla vista la potenza ad uscire.
Vedono in vita la mano esistere del Vivente.
La parola energica è portato del Potente, parlando esce in pienezza.
Con forza porta ad uscire la perfidia.
Con forza dai viventi esce la sozzura.
E’ la vita ai viventi dell'Altissimo riportata.
Ed è iniziata la vita nel corpo di Dio ad essere portata alla vista del mondo.
Uscita tra gli ebrei completamente è la vita dall'alto.
E' così che l'iniquità porta ad uscire dai cuori.
Ad accendere viene la rettitudinene che le malattie brucia.
Zc 3,5 E inizia del ribelle ad essere bruciata la pula.
L'energia forte della Parola i cuori riapre.
Si porta al malvagio serpente dal corpo dell'Unigenito una luce e lo porta ad
essere bruciato, le vite porta a riaprire, scende l'energia forte che col soffio fa
entrare la purezza dall'alto.
Alla vista la luce ha riportato ed è il serpente da dentro per il fuoco ad uscire la
portata la perfidia.
E' la vita a riportare alla pienezza; così dal Signore si vedono i viventi protetti."
Zc 3,6 Porta è dell'eternità per i viventi dal Potente Unico.
Così del Signore abita in Gesù la potente parola.
Zc 3,7 Retta esce la parola dal Signore.
Una schiera si porta scelta dall’Unigenito dalle case.
Per via si sono per i segni in cammino portati.
L'Unigenito del Vivente ha iniziato ad indicare che la purezza del Nome nel
corpo completamente sta.
Indica che il bruciore dell'amarezza portata in cammino dai viventi l'Unigenito
completamente aprirà.
Indica che l'aiuto è stato inviato dall'Unico completamente.
Da casa c'è il segno che si è portato in cammino il Vivente.
Indica la risurrezione.
Vivo lo rivedranno dalla croce.
Agli stretti dalle angoscie è a portare l’energia per finirla.
A finire è il serpente con la rettitudine.
Ai viventi riapre il cammino.
E' il Vivente che dentro sta da inviato nel mondo a dimorare.
E’ per i viventi entrato Dio nel mondo.
Zc 3,8 La luce i viventi vedono inviata dall'Unico da Gesù uscire.
Della rettitudine entra l’energia nel mondo.
La gloria dell'Unico indica.
Fuori porta dal male per essere retti.
Usciti sono dalla prigionia i viventi del serpente.
Nelle persone l'esistenza della rettitudine così ci risarà.
L'Unigenito riinvia dell'Essere la luce ai viventi.
Riporta il soffio completo che riapre alla vita il mondo.
Retti sono per il mondo apostoli inviati che erano a vivere a vivere nella casa
ove stava l'Unigenito.
Inizia completamente dalla nube un aiuto ad essere sceso ai viventi alle strette.
Michele nella Bibbia canonica - Nuovo Testamento.
Il termine Arcangelo nel N.T. si trova due volte, solo al singolare, in I°
Tessalonicesi 4,16 e in Giuda 9 ove si riferisce a Michele il cui nome,
com’accennato, si trova anche in Apocalisse 12.
*** Lettera di Giuda, versetto n° 9: “L’Arcangelo Michele quando, in contesa
con il diavolo, disputava per il corpo di Mosè, non osò accusarlo con parole
offensive, ma disse: Ti condanni il Signore!”, cioè, pare che l’Arcangelo in quel
momento non aver potere o meglio forse un preciso mandato.
Alla fine dei tempi, come suggerisce l’Apocalisse, Michele avrà un ruolo
importante nella lotta contro il male, il che evidentemente comporta che ha
avuto un preciso incarico dal Signore.
*** Apocalisse Capitolo 12 versetti da 1 a 13: “Nel cielo apparve poi un segno
grandioso: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul suo
capo una corona di dodici stelle. Era incinta e gridava per le doglie e il travaglio
del parto. Allora apparve un altro segno nel cielo: un enorme drago rosso, con
sette teste e dieci corna e sulle teste sette diademi; la sua coda trascinava giù
un terzo delle stelle del cielo e le precipitava sulla terra. Il drago si pose davanti
alla donna che stava per partorire per divorare il bambino appena nato. Essa
partorì un figlio maschio, destinato a governare tutte le nazioni con scettro di
ferro, e il figlio fu subito rapito verso Dio e verso il suo trono. La donna invece
fuggì nel deserto, ove Dio le aveva preparato un rifugio perché vi fosse nutrita
per milleduecentosessanta giorni. Scoppiò quindi una guerra nel cielo: Michele
e i suoi angeli combattevano contro il drago. Il drago combatteva insieme
con i suoi angeli, ma non prevalsero e non ci fu più posto per essi in cielo. Il
grande drago, il serpente antico, colui che chiamiamo il diavolo e satana e
che seduce tutta la terra, fu precipitato sulla terra e con lui furono
precipitati anche i suoi angeli. Allora udii una gran voce nel cielo che diceva:
Ora si è compiuta la salvezza, la forza e il regno del nostro Dio e la potenza del
suo Cristo, poiché è stato precipitato l’accusatore dei nostri fratelli, colui che li
accusava davanti al nostro Dio giorno e notte. Ma essi lo hanno vinto per
mezzo del sangue dell’Agnello e grazie alla testimonianza del loro martirio,
poiché hanno disprezzato la vita fino a morire. Esultate, dunque, o cieli, e voi
che abitate in essi. Ma guai a voi, terra e mare, perché il diavolo è precipitato
sopra di voi pieno di grande furore, sapendo che gli resta poco tempo. Or
quando il drago si vide precipitato sulla terra, si avventò contro la donna che
aveva partorito il figlio maschio.”
Nella stessa Apocalisse però al combattimento finale per la disfatta della bestia
e dei re la figura di Michele è superata da un’altra immagine
*** Apocalisse 19.11-16 “Poi vidi il cielo aperto, ed ecco un cavallo bianco;
colui che lo cavalcava si chiamava Fedele e Verace: egli giudica e combatte
con giustizia. I suoi occhi sono come una fiamma di fuoco, ha sul suo capo
molti diademi; porta scritto un nome che nessuno conosce all’infuori di lui. E`
avvolto in un mantello intriso di sangue e il suo nome è Verbo di Dio. Gli
eserciti del cielo lo seguono su cavalli bianchi, vestiti di lino bianco e
puro. Dalla bocca gli esce una spada affilata per colpire con essa le genti. Egli
le governerà con scettro di ferro e pigerà nel tino il vino dell’ira furiosa del Dio
onnipotente. Un nome porta scritto sul mantello e sul femore: Re dei re e
Signore dei signori.”
Per il N.T. il Cristo può ordinare a tutti gli angeli, infatti Gesù stesso disse:
***a Pietro al Getsemani: "Rimetti la spada nel fodero, perché tutti quelli che
mettono mano alla spada periranno di spada. Pensi forse che io non possa
pregare il Padre mio, che mi darebbe subito più di dodici legioni di angeli? Ma
come allora si adempirebbero le Scritture…?"(Mat 26,52-54)
*** a Pilato nel Vangelo di Giovanni: "Il mio regno non è di questo mondo; se il
mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché
non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù. "(Gv 18,36)
(Al riguardo Ved. Vino nella Bibbia: causa d’incesti e segno del Messia)
Altri elementi su Michele
La figura dell’Arcangelo Michele appare:
*** in scritti ebraici non canonici.
- Il Rotolo della guerra di Qumran;
- Assunzione di Mosè (che pare richiamato in Giuda 9)
- I libri di Enoch (II sec.a.C. – I sec.d.C.), libro etiopico di Enoch e libro dei
segreti di Enoch, libro slavo di Enoch.
*** nella Kabbala, ove corrisponde all'Arcangelo reggitore della sefirah centrale
dell'albero della Vita la " Bellezza" ovvero Tipheret.
*** nel Corano, che ne fa cenno nella II Sura, Al-Baqara, cioè La Giovenca, nei
versetti 97 e 98 ove Michele si trova associato a Gabriele: "Chi è nemico di
Gabriele, che con il permesso di Allah lo ha fatto scendere nel tuo cuore, a
conferma di quello che era venuto in precedenza, come Guida e Buona novella
per i credenti; chi è nemico di Allah e dei Suoi Angeli e dei Suoi messaggeri e di
Gabriele e di Michele, ebbene [sappia che] Allah è il nemico dei miscredenti.”
Il culto all'Arcangelo Michele è d’origine orientale - chiese greca, siriaca,
armena e copta - ed a Costantinopoli l'imperatore Costantino nel 313 d.C. gli
dedicò il Micheleion, imponente santuario.
Alla fine del V secolo il culto si diffuse rapidamente in tutta Europa per
l'apparizione ripetuta (490-492-493, ultima nel 1656) dell'Arcangelo sul Gargano
in Puglia, a Monte Sant'Angelo, secondo la tradizione popolare, in provincia di
Foggia, ove sorge il Santuario di Michele arcangelo.
Altra nota apparizione dell’Arcangelo avvenne nel 590 sul castello costruito
sulla Mole Adriana a Roma, che poi prese il nome “Castel Sant’Angelo”.
La “Leggenda aurea” sulla vita di San Gregorio, racconta che il papa Gregorio
Magno vide l'arcangelo Michele sulla sommità del castello rinfoderare la spada
a segno di fine dell'epidemia di peste che aveva colpito Roma.
S. Michele Arcangelo vigila così in modo particolare sul Romano Pontefice.
Altro luogo di venerazione dell'Arcangelo è l'isolotto francese di Mont Saint-
Michel ove secondo la leggenda apparve nel 709 al vescovo di Avranches,
Sant'Uberto, chiedendo che gli fosse costruita una chiesa sulla roccia.
Il vescovo per due volte ignorò la richiesta finché San Michele non gli bruciò il
cranio con un foro rotondo provocatoli col dito, ma lo lasciò in vita.
Il cranio forato di Sant'Uberto è conservato nella cattedrale di Avranches.
Si racconta pure di un’apparizione di Michele in Frigia, a Chone (Colossi), ove i
pagani che per uccidere il pio Archippo che stava a pregare in una chiesa
dedicata all’Arcangelo, aprirono la chiusa di un corso d’acqua ma apparve il
Santo che arrestò l’inondazione stava per far crollare la chiesa.
Cosa dicono le lettere
Nella parola ebraica di angelo מ ל א ך vi sono le lettere מ ל ך di “re“ e di
“regno“ con l’aggiunta della lettera א (Vd. Alfabeto ebraico, trono di zaffiro
del Messia) e questi esseri sono provenienti dal regno dell’Unico, i primi del
regno, al cospetto del trono del Re Unico“.
Essendo מ ל א poi corrispondente alla parola “pienezza” e rappresentando la
lettera כ = ך la “rettitudine”, essenza divina di כ ת ר Keter o Corona, la prima
sefirot segnalata dalla sua iniziale (Ved. Tensione dell'ebraismo ad una
Bibbia segreta in Decriptare la Bibbia di Edicolaweb) si conclude che gli
angeli sono ampolle che possono rendere in modo visibile la divinità riempite di
qualità dall’Unico in cui v’è “la pienezza della rettitudine”.
Nel nome di Micael מ י כ א ל la lettera י è il segno dell’essenza dell’esistenza,
l’iniziale di Iahweh י ה ו ה e corrisponde ad una mano chiusa a pugno che reca
il dono dell’esistenza, alla stregua di com’era disegnata ad Amarna nella reggia
di Akenaton alla estremità dei raggi del sole.
La prima lettera, la מ, di quel nome מ י כ א ל , si può peraltro ritenere un ,מ ן
cioè un “di = contiene”, unito a modo di prefisso con assimilazione della ן
stessa alle altre lettere, ad indicare la materia di cui l’entità è fatta, e nello
specifico “di מ Iahwèh י la rettitudine כ divina .”א ל
Le lettere ebraiche del nome di Micael מ י כ א ל poi sono una permutazione
delle stesse lettere che formano angelo מ ל א ך con l’aggiunta di tale lettera י
(la lettera kaf minuscola è כ ed a fine parola si usa la maiuscola ך) e usando i
criteri di decriptazione di Parlano le lettere in Decriptare la Bibbia di
Edicolaweb, Micael מ י כ א ל suggerisce il pensiero “tra i viventi מ sarà י come
כ Dio א ל “ e, con riferimento alla rettitudine, s’ottiene “tra i viventi מ starà י la
rettitudine כ di Dio א ל ” e con riferimento alla sua funzione di lotta contro il
drago“ la vita מ sarà י ad affliggere כ א ה)כ א ) al serpente .”ל
La rivolta degli angeli
La rivolta degli angeli è un’idea antica che pervade la letteratura apocalittica,
ma anche sottilmente il testo biblico canonico.
E’ sostenuto che traccia di tale rivolta trapela da questi versetti del Genesi:
“Quando gli uomini cominciarono a moltiplicarsi sulla terra e nacquero loro
figlie, i figli di Dio videro che le figlie degli uomini ( ב נ ו ת ה א ד ם ) erano
belle e ne presero per mogli quante ne vollero. Allora il Signore disse: Il mio
spirito non resterà sempre nell'uomo, perché egli è carne e la sua vita sarà di
120 anni. C'erano sulla terra i giganti a quei tempi e anche dopo quando i figli
di Dio si univano alle figlie degli uomini e queste partorivano loro dei figli:
sono questi gli eroi dell'antichità, uomini famosi.” (Gen 6,1-4)
Per approfondire questo “episodio difficile” di tradizione Iahvista, da molti
attribuito a leggende e miti popolari, li leggerò decriptando lettera per lettera.
Lì i figli di Dio sono bené-h‘Elohim ב נ י א ל ה י ם e le figlie degli uomini
“benot h’Adam” ב נ ו ת ה א ד ם e questi i termini sono ripetuti due volte.
Nella dizione figlie degli uomini non c’è possibilità d’errore d’identificazione, né
valutazione di demerito; l’uomo di cui sono figlie è chiamato Adamo creato dal
Signore Dio a cui ha comandato “siate fecondi e moltiplicatevi”.
Un problema d’identificazione c’è per i “figli di Dio”; infatti alcuni hanno
considerato unioni tra “angeli decaduti” e donne con la nascita di giganti, forse
per spiegasi di ritrovamenti di grandi ossa di animali preistorici.
Altri ritengono che i figli di Dio siano della razza di Set e le donne della razza di
Caino, ma tutti questi sono egualmente soggetti alla morte e Dio non ha escluso
che tra le due razze non vi dovesse essere promiscuità.
Il testo però tra le due citazione dei “figli di Dio ” inserisce un soliloquio di Dio
stesso, ove Dio è indicato come Signore, senza la citazione di Elohim, come ad
indicare che quel figli sono d’un dio che non è tale; dice, infatti: “Allora il Signore
disse: Il mio spirito non resterà sempre nell’uomo”, vale a dire “non sono io
l’Elohim di cui si parla!”, cioè non hanno il mio spirito.
Quello di cui si parla non è il Dio vero, ma di chi si fa come Dio, un elohim con
la lettera minuscola di cui il Faraone è l’archetipo ed allora i “figli di dio ” sono i
figli di coloro che si fanno chiamare “dio” considerati “dèi ” dagli uomini, cioè re,
faraoni, nobili e potenti (Vd. http://www.edicolaweb.net/lett011s.htm Numeri nei
Vangeli e nell'Apocalisse, annunci del Messia nel paragrafo Il 666
dell'Apocalisse).
Questi “dèi”, con piramidi e mummificazione asserivano di vivere in eterno, e la
notazione “uomini dell’antichità, uomini famosi” conferma l’idea.
Nel libro dei Numeri sono detti Elohim anche gli dèi egiziani: “Partirono da
Ramses il primo mese, …il giorno dopo la Pasqua……mentre gli egiziani
seppellivano … i primogeniti, quando il Signore aveva fatto giustizia anche dei
loro dèi.”(Nm33,3.4), e per dèi qui è usato .א ל ה י ה ם
Questi semidèi sono posseduti dal male, sono anti-Dio, e con tale idea la
definizione i figli di dio ב נ י א ל ה י ם si può leggere “dentro ב l’angelo נ
che fu י maledetto א ל ה sta י nei viventi .”ם
Il titolo le figlie degli uomini ( ב נ ו ת ה א ד ם ) si può leggere “dentro ב per
l’energia נ che reca ו tutto ת esce ה dell’Unico א l’essere simili ”.(ד ם ה)ד ם
Nell’idea dell’autore del Genesi esiste, in effetti, una stirpe del serpente di cui al
versetto ”Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe (seme del
serpente) e la sua stirpe (seme della donna) …” (Gen 3,15a)
In definitiva, “figli di Dio” in effetti è “figli di un dio”, di chi scimmiotta Dio, ed
all’epoca i miti erano pieni d’eroi, come subito dopo ricorda il testo in Gen 6,4.
In quei versetti si ripresenta la lettera ט (lasciata in Gen 4,8 nella parola
peccato) nella termine ”belle” di Gen 6,2 quando dice “i figli di dio videro che le
figlie degli uomini erano belle”, e “belle” ט ב ת TBT, può leggersi “cuore/utero ט
dentro ב segna ת”, con soggetto sottinteso il “serpente”, cioè il Faraone.
La lettera ט in egiziano non esiste come lettera singola, ma gli assomiglia il
segno di un cuore che indica la parola “nefert”, che significa “bello”.
Esiste poi tra i geroglifici il radicale TBT che indica “pagare, ricompensare” che
lascia pensare al mercato di queste “belle” con quei potenti.
Altra parola notevole è “i giganti” נ פ ל י ם nefilim “emissari נ dalla bocca פ del
Faraone ל sono י tra i viventi ם” in cui c’è anche la parola “aborto נ פ ל NPL”.
Si comprende così quella nota, che sembra ironica: “C’erano sulla terra i giganti
a quei tempi - e anche dopo –“ (Gen 6,4a) che può riferirsi agli emissari del
Faraone che ci saranno anche dopo, mentre di giganti un po’ meno.
C’è un geroglifico NPD (D=L in egiziano) che ha come determinativo un coltello
ed indica “carneficina ”, azioni che compivano questi tipi d’eroi .”
A metà di quel versetto “… quando i figli di Dio si univano alle figlie degli
uomini e queste partorivano loro figli …”(Gen 4,2b) in effetti per figli il testo
usa ג ב ר י ם , in ebraico “potenti, valorosi, eroi ”, ma anche “violenti”.
In egiziano GBR si può dividere in GB+R ove Gb è il dio egizio della terra e
indica “ terra ” ed R è “ linguaggio ”; perciò persone che “parlano il linguaggio
della terra”.
Le ultime parole del versetto (Gen 6,4c): “sono questi gli uomini
dell’antichità, uomini famosi” א ש ר מ ע ו ל ם א נ ש י ה ש ם , ove per
uomini usa ‘aneshe א נ ש י , anziché ‘adam .א ד ם
Per i geroglifici (Ved. http://www.edicolaweb.net/lett009s.htm in Decriptare la
Bibbia di Edicolaweb Chi ha scritto l'esodo conosceva i geroglifici) נ ש י
NSI è “figlio di faraone ”, (in ebraico principe è נ ש י א ) e con i segni quelle
parole ebraiche che indicano “sono questi gli uomini dell’antichità, uomini
famosi” si possono così decriptare: “le donne א ש ה) א ש ) nei corpi ר in seno
מ ע ה)מ ע ) portavano ו al Faraone ל centinaia ם א ה)ם א ) di principi ,נ ש י
nel mondo ה rinomati .”ש ם
L’incarnazione del male per l’ebreo biblico è infatti il Faraone, il primo nemico
da cui Dio li liberò come racconta l’Esodo a segno di liberazione finale del
nemico per antonomasia di tutta l’umanità.
Passando dal Faraone allo spirito in lui incarnato dalla decriptazione con i criteri
di Parlano le lettere (ometto per semplicità la dimostrazione) dai versetti Gen
6,1-4 ho ottenuto quanto in appresso.
Gen 6,1 E fu nel mondo la forza della rettitudine che c'era ad uscire ammalata
nell'uomo per il serpente che nei corpi da padrone il soffio ad inviare fu.
Entrò nell'uomo la perversità ad abitare; con l'energia portò a segnare chi
partorisce. E la potenza uscì dai viventi.
Gen 6,2 E fu nei corpi lo spirito dei morti dell'angelo (ribelle), essendo uscita la
divinità che entrata era nei viventi.
Vennero figli portati segnati nel mondo, uomini (da cui) la rettitudine era nei
cuori dentro finita per l'entrata energia della perversità.
Furono rovesciati nella prigione, portati dal serpente nel mondo.
Nei viventi l'angelo pose una piaga.
Il serpente delle donne i corpi che abitava ad accendere portava.
Gen 6,3 Furono ad iniziare esseri ribelli ad esistere nel mondo portati ad uscire
dai potenti in cui la calamità portavano dell'angelo (ribelle) nei corpi.
Si portò a vivere dentro l'uomo il serpente per agire, perché abitandovi, sviando
i viventi, fuori li portava dall'Unico.
Dentro gli bruciava di saziarsi l'essere portandosi a vivere nei giorni, dall'Unico
fuori. Ma per l’agire di un Principe in un mare di fuoco l'angelo entrerà!
Gen 6,4 Nel mondo (de)caduto, fu nei viventi ad entrare, fu a portarsi dentro la
terra ad abitare nei giorni dei viventi.
Entrato nel mondo dalle matrici portò a scorrere la vita.
Iniziò ad ardere la forza della rettitudine.
L'angelo accendendo contesa con l'Unico portò dentro (altri) angeli che furono
con il maledetto a stare; la divinità che dentro abitava finì d'uscire dall'uomo
essendovi (ormai) una potenza impura.
Il serpente entrato a vivere nel mondo, nei viventi entrando, entrò la superbia
nei corpi a stare, nei viventi iniziò a bruciare il verme perverso.
Nei viventi iniziò l'oblio del Nome.
Nei libri canonici dell’A.T. altra traccia chiara d’una forza che s’oppone nei cieli
con riflessi sulla terra si trova nel profeta Isaia, libro molto più antico del Genesi.
Nel profeta Isaia (24,19-23), infatti, si legge: “A pezzi andrà la terra, in frantumi
si ridurrà la terra, crollando crollerà la terra. Certo, barcollerà la terra come un
ubriaco, vacillerà come una tenda; peserà su di essa la sua iniquità, cadrà e
non si rialzerà. In quel giorno il Signore punirà in alto l’esercito di lassù e
qui in terra i re della terra. Saranno radunati e imprigionati in una fossa
saranno rinchiusi in un carcere e dopo lungo tempo saranno puniti. Arrossirà la
luna, impallidirà il sole, perché il Signore degli eserciti regna sul monte Sion e in
Gerusalemme e davanti ai suoi anziani sarà glorificato.”
L’Apocalisse, infine, nel passo 12,1-13, sancisce con definitiva autorità
canonica la rivolta confermando che i potenti della terra – come fu il Faraone -
sono comandati dalle forze celesti in rivolta, infatti, "Tutto il mondo giace nel
potere del Maligno" (1 Gv 5,19), "il principe di questo mondo" (Gv 12,31).
Il pianeta è perciò sotto l’influenza d’un angelo nefasto, il diavolo ”peccatore fin
dal principio” (1 Gv 3,8), “padre della menzogna“ (Gv 8,44), onde “ la morte
è entrata nel mondo per invidia del diavolo” (Sap 2,24),“omicida fin dal
principio“ (Gv 8,44) “non v’è verità in lui. Quando dice il falso, parla del
suo, perché è menzognero e padre della menzogna.” (Gv 8,44)
Paolo parla della guerra contro le potenze spirituali; “Rivestitevi dell’armatura
di Dio, per poter resistere alle insidie del diavolo. La nostra battaglia infatti
non è contro creature fatte di sangue e di carne, ma contro i Principati e le
Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti
del male che abitano nelle regioni celesti. Prendete perciò l’armatura di
Dio, perché possiate resistere nel giorno malvagio e restare in piedi dopo aver
superato tutte le prove.” (Ef. 6,10-17)
La tradizione iconografica rappresenta l’arcangelo Michele:
- con l’armatura che lotta contro il male in forma di drago serpente;
- come guardia del paradiso in veste bianca ali policrome, lancia e globo;
- in atto di pesare su una bilancia le anime, come faceva il dio egizio Anubi.
Il Catechismo della Chiesa Cattolica così sostiene che: “il male non è
un'astrazione; indica invece una persona: Satana, il maligno, l'angelo che si
oppone a Dio. Il “diavolo”, “dia-bolos” è colui che “si getta di traverso” al
disegno di Dio e alla sua “opera di salvezza” compiuta in Cristo” (2851) ed
insegna che: “Dietro la scelta disobbediente dei nostri progenitori c'è una voce
seduttrice, che si oppone a Dio, la quale, per invidia, li fa cadere nella morte. La
Scrittura e la Tradizione della Chiesa vedono in questo essere un angelo
caduto, chiamato Satana o diavolo. La Chiesa insegna che all'inizio era un
angelo buono, creato da Dio…Il diavolo infatti e gli altri demoni sono stati creati
da Dio naturalmente buoni, ma da se si sono trasformati in malvagi.” (391)
“A far sì che il peccato degli angeli non possa essere perdonato è il carattere
irrevocabile della loro scelta, e non un difetto dell'infinita misericordia divina.
Non c'è possibilità di pentimento per loro dopo la caduta, come non c'è
possibilità di pentimento per gli uomini dopo la morte.”(393)
Il peccato, però, pur se suggerito dal demonio tentatore, è compiuto dalla libera
volontà dell’uomo, il maligno che induce e suggerisce il male è perciò solo
un’attenuante davanti a Dio, perchè come argomenta il Cardinale G. M. Martin
Cottier, già teologo della Casa Pontificia, nel "Preambolo" al libro del presidente
degli esorcisti “Esperienze e delucidazioni” di Don Grabriele Amorth:
-il demonio agisce solo da fuori, su immaginazione e affetti di radice sensibile;
-la sua azione è limitata dal permesso di Dio onnipotente”;
-“Dio solo può penetrare nel cuore profondo della persona, il demonio non ha il
potere di entrare in questo sacrario.”
In sintesi (1 Gv 3,8) “Il Figlio di Dio è apparso per distruggere le opere del
diavolo”.
Anche il Corano nella già citata II Sura Al-Baqara così accenna alla vicenda
della ribellione di un angelo.
“E quando il tuo Signore disse agli Angeli: - Porrò un vicario sulla terra - essi
dissero: Metterai su di essa qualcuno che vi spargerà la corruzione e vi verserà
il sangue, mentre noi Ti glorifichiamo lodandoTi e Ti santifichiamo? Egli disse:
In verità Io conosco quello che voi non conoscete… Ed insegnò ad Adamo i
nomi di tutte le cose, quindi le presentò agli Angeli e disse: Ditemi i loro nomi,
se siete veritieri. Essi dissero: Gloria a Te. Non conosciamo se non quello che
Tu ci hai insegnato: in verità Tu sei il Saggio, il Sapiente. Disse: O Adamo,
informali sui nomi di tutte [le cose]. Dopo che li ebbe informati sui nomi, Egli
disse: Non vi avevo forse detto che conosco il segreto dei cieli e della terra e
che conosco ciò che manifestate e ciò che nascondete ? E quando dicemmo
agli Angeli: - Prosternatevi ad Adamo -, tutti si prosternarono, eccetto Iblìs , che
rifiutò per orgoglio e fu tra i miscredenti. E dicemmo: O Adamo, abita il
Paradiso, tu e la tua sposa. Saziatevene ovunque a vostro piacere, ma non
avvicinatevi a questo albero ché in tal caso sareste tra gli empi." (II 30-35)
Iblìs è il nome del diavolo nel Corano, derivato dal greco διαβολος diabolos.
Il Drago Leviatano ed il Basilisco
Sono andato a cercare come sia nata l’idea del drago che si trova associato alla
figura dell’Arcangelo Michele e che negli scritti dell’A.T. è collegato alla figura
del mostro mitico chiamato Leviatano.
Su questa immagine ha avuto di certo influenza il poema del XIV sec. a. C.
trovato su tavolette ad Ugarit, città scoperta nel 1929 sul promontorio Ras -
Shamra della costa siriana, distrutta nel XIII secolo a. C., sulle cui tavolette si
trova “Tu schiaccerai Leviatan, serpente fuggiasco, tu consumerai il serpente
tortuoso, il potente dalle sette teste.”
Questi per Israele era personificazione del nemico per antonomasia, cioè dei
Faraoni e dei loro miti di origine della civiltà egizia connessi al tortuoso Nilo che
aveva allora un delta con sette rami, cioè con sette capi.
In effetti la cultura egizia è rimasta per molto tempo nascosta per la perdita dei
geroglifici, ma è rientrata di rimbalzo con quanto filtra da greci e romani i cui miti
spesso si rifanno a culture più antiche limitrofe egizia o assiro-babilonese, alla
stregua che da inglesi ed americani ci tornano parole latine.
Un caso del genere è quello del Basilisco.
Figure d’animali mitici, draghi e mostri alati, che i “bestiari”, libri diffusi nel XIII e
XIV secolo soprattutto in Francia ed Inghilterra, descrivono assieme agli animali
reali, ebbero nel medioevo grande impatto sulle fantasie popolari con riflessi
sulla letteratura specie cavalleresca e grande influenza sull’immaginario ebbe in
particolare il basilisco, dal greco βασιλευζ basileus, "re", ritenuto il “re dei
serpenti”, da cui il nome di “regolo” a vari serpenti.
Questo animale favoloso, il basilisco della Cirenaica, descritto da Plinio il
Vecchio (23-79 d.C.) in Naturalis Historia è pensato come un serpente piccolo,
che col fiato brucia erbe ed alberelli, spacca le pietre, così velenoso che se
colpito da lancia cavallo e cavaliere muoiono per il veleno che percorre l'asta.
Successivamente s’ammantò di particolari (Sant’Isidoro di Siviglia 560 – 636) e
il medioevo concluse che il Basilisco nasce da un uovo sferico di gallo di 7 anni
deposto con Sirio ascendente e covato anche per 9 anni da un rospo, ha corpo
da gallo che termina in serpente con cresta dentellata a corona, uccide col solo
sguardo, ha due nemici mortali donnole (mustela – come le manguste) ed i galli
che l’uccidevano col canto, può morire anche se in uno specchio vede il proprio
sguardo, ha poteri simili alla Gorgone della mitologia greca, nato dal sangue di
Medusa decapitata da Perseo, caduto sulla Libia.
Nel medioevo gli si attribuì tutti i vizi del demonio compresa la lussuria ed ogni
conseguenza negativa quale la sifilide che fu detta morbo del basilisco.
Della stessa famiglia del Basilisco è la Coccatice ed i discendenti ideali di
questi animali crebbero nell’immaginario fino alle figure di grandi draghi sputanti
fuoco e immaginati con ali potenti si trovano in bassorilievi di pietra su portali di
chiese a Bitonto, Amiens, Sens, Poitiers ed a Vezelay.
Il sovra portale di Amiens, raffigura Gesù che calpesta un basilisco, in
riferimento a un salmo 91,13 di cui poi dirò.
La Vulgata –editio, “edizione per il popolo”, traduzione in latino della Bibbia
greca dei LXX (Vulgata greca) e dei testi ebraici prodotta all'inizio del V secolo
da San Girolamo (347-420), con “basiliscus” traduce in genere il termine
ebraico soefa’, che nei libri canonici della Bibbia masoretica indica solo un
reale serpente anche se molto velenoso come riporta il "Dizionario Ebraico e
Caldaico del Vecchio Testamento" di F. Scerbo che per soefa’ צ פ ע indica
“vipera” e segnala che la Vulgata lo indica quale basilisco.
Fino al Concilio Vaticano II (1962-1965) di fatto la Vulgata ha rappresentato la
traduzione ufficiale della Bibbia per la Chiesa cattolica.
Sul criterio seguito nelle traduzioni con stile non retorico alla portata del popolo,
che attirò varie accuse, Girolamo stesso affermò: “Io, infatti, non solo ammetto,
ma proclamo liberamente che nel tradurre i testi greci, a parte le Sacre
Scritture, dove anche l’ordine delle parole è un mistero, non rendo la parola
con la parola, ma il senso col senso. Ho come maestro di questo procedimento
Cicerone, che tradusse il Protagora di Platone, l’Economico di Senofonte e le
due bellissime orazioni che Eschine e Demostene scrissero l’uno contro l’altro
… Anche Orazio poi, uomo acuto e dotto, nell’Ars poetica dà questi stessi
precetti al traduttore colto: Non ti curerai di rendere parola per parola, come un
traduttore fedele.” (Epistulae 57, 5 - a Pammachio)
Si dice, peraltro, che Girolamo quando cominciò la sua opera di traduzione non
avesse piena conoscenza dell'ebraico e si trasferì a Betlemme per studiarlo.
Essendo Girolamo fondato nella cultura classica fu evidentemente molto colpito
dal basilisco descritto da Plinio e lo trasferì nella Vulgata perché intuì che il
basilisco della cultura pagana con una parabola mitica dei pagani faceva capire
chi era colui di cui parlava la Bibbia, cioè una manifestazione del demonio.
Sant'Agostino (353-424) poi, contemporaneo di San Girolamo, afferma “Rex est
serpentium basiliscus - sicut diabolus rex est daemoniorum” (Enarr. in ps.
90), cioè “il basilisco è il re dei serpenti come il diavolo è il re dei demoni”.
Con tali due autorevoli dottori della Chiesa gli enciclopedisti cristiani per secoli
continuarono e ritennero fosse da credere reale l'esistenza del basilisco.
Dopo la scoperta dell’America fu così chiamato un innocuo lucertilio crestato su
testa e dorso del centro-sud america della famiglia degli iguanidi.
Nei libri ebraici della Bibbia i termini צ פ ע e צ פ ע ו נ י /צ פ ע נ י , cioè “soefa’
e sife’oni” si trovano: soefa’ צ פ ע in Isaia 14,29 e sife’oni פ ע ו נ י /צ פ ע נ י
צ in Is 11,8; 59,5, in Ger 8,17 e Pr 23, 32.
In effetti i significati grafici dei segni ebraici di quelle parole danno l’idea di un
serpente tipo cobra, in quanto צ פ ע “alzatosi צ con la bocca פ agisce ע”, ed
anche “con insidia צ פ (dal radicale di insidiare צ פ ה ) agisce .”ע
Sotto l’aspetto dell’allegoria della lotta contro il male i segni di צ פ ע נ י dicono
anche “vipera צ פ ע in cui l’angelo נ sta י” e צ פ ע ו נ י “insidia צ פ ה)צ פ ) col
peccato ע ו נ l’esistenza ”.י
Tutto ciò è coerente con l’idea che i dottori della Chiesa ai tempi della Vulgata
avevano attribuito al Basilisco, non per asseverare l’esistenza d’un essere
mitico, ma per far capire che era una realtà biblica concreta, infatti, asserisce
Agostino d’Ippona “Rex est serpentium basiliscus sicut diabolus rex est
daemoniorum” (Enarr. in ps. 90 serm. 2,9).
Ritengo che man mano la verità s’è perduta; infatti, proviamo a cambiare la
parola Re con Faraone ed allora chiaramente questo basiliscus altri non è che il
cobra ureus che sta sul suo diadema (come ad sulla testa di Thutankhamon) e
che come traccia di segnale si riconosce nella lettera ebraica ל e conferma la
visione ebraica biblica di considerare il Faraone realtà incarnata del demonio.
Osserva Plinio “nec flexu multiplici, ut reliquae, corpus inpellit, sed celsus et
erectus in medio incedens” cioè “non muoveva il corpo con una serie di volute,
ma avanzava stando alto e diritto sulla metà posteriore (Plinio il Vecchio); nella
realtà quel serpente avanzava con i piedi del Faraone.
Da questa descrizione sembra perciò che il basilisco sia una rielaborazione
fantastica del cobra, chiamato proprio ureo in egiziano e basilisco in greco.
Per gli egiziani realizzato in oro lo mettono sulla testa delle divinità e quindi
anche sul Faraone che è divinizzato.
Riporto i testi di quei versetti prima citati secondo l’attuale traduzione CEI:
- Isaia 14,29 “Non gioire, Filistea tutta, perché s’è spezzata la verga di chi ti
percuoteva. Poiché dalle radici del serpe ( נ ח ש ) uscirà una vipera ( צ פ ע ) e il
suo frutto sarà un drago alato ( ”.(ש ר ף מ ע ו פ ף
- Isaia 11,8 “Il lattante si trastullerà sulla buca dell’aspide ( פ ת ן ), il bambino
metterà la mano nel covo di serpenti velenosi ( ”.(צ פ ע ו נ י
- Isaia 59,5 “Dischiudono uova di serpenti velenosi ( צ פ ע ו נ י ) tessono tele di
ragno; chi mangia quelle uova morirà, e dall’uovo schiacciato esce una vipera
”.(א פ ע ה)
- Geremia 8,17 “Ecco io sto per mandarvi serpenti ( נ ח ש ) velenosi ( פ ע נ י ם
צ) contro i quali non esiste incantesimo ed essi vi morderanno dice il Signore.”
- Proverbi 23,32 “… (il vino) finirà col morderti come un serpente ( נ ח ש ) e
pungerti come una vipera ( ”.(צ פ ע נ י
Discorso a parte va fatto per il versetto 13 del Salmo 91 il cui testo masoretico è
il seguente: ע ל ש ח ל ו פ ת ן ת ד ר ך ת ר מ ס כ פ י ר ו ת נ י ן
La traduzione CEI è “Camminerai su aspidi e vipere, schiaccerai leoni e draghi”
traduce ש ח ל “aspide” e poetoen פ ת ן “vipera”.
Mentre per פ ת ן la traduzione di “vipera” è consentita, per ש ח ל “aspide” non
lo è, infatti, il suo significato è in modo poetico leone o al limite fiera.
Sant’Agostino nel suo commento a quel Salmo (là indicato come n°90 in quanto
i Salmi 9 e 10 erano un solo) adotta la traduzione della Vulgata che anche per
ש ח ל traduce basilisco “super aspidem et basiliscum ambulabis, et
conculcabis leonem et draconem”.
Forse la CEI riporta vipera al posto di basilisco, per rispettare la tradizione di
quel dottore della Chiesa, infatti, poi negli altri casi ove si trova ש ח ל (Gb 4,10;
10,16; 28,8; Pr 26,13: Os 5,14; 13,7) traduce “leone” o “belva” in armonia al
significato dei vocabolari ebraici.
Dice Sant’Agostino in quel commento “Camminerai sopra l'aspide e il
basilisco e calpesterai il leone e il drago. Sapete chi è il serpente; e sapete
in qual modo la Chiesa lo calpesta e non ne è vinta, in quanto sta in guardia
contro le sue astuzie. Credo che la vostra Carità conosca anche in qual modo
egli sia leone e drago. Il leone aggredisce apertamente, il drago insidia di
nascosto. Il diavolo possiede, come questi animali, e la forza e il potere.
Quando erano uccisi i martiri, era leone inferocito; quando gli eretici tendono
insidie, è drago che striscia. Hai tu vinto il leone? Vinci anche il drago! Non ti ha
divorato il leone; non ti inganni il drago. Dimostriamo che era leone quando
infuriava apertamente. Pietro, esortando i martiri, dice: Non sapete che il vostro
avversario il diavolo vi gira intorno come leone ruggente, cercando chi divorare?
Era leone e cercava di divorare agendo con aperta ferocia. In qual modo è
drago che tende insidie? Per mezzo degli eretici. … Il basilisco è il re dei
serpenti, come il diavolo è il re dei demoni. E calpesterai il leone e il drago.
(S. Agostino dal commento al Salmo 90)
Quindi aldilà della parola usata il concetto che doveva passare è passato.
Ricordo (Ved. Geroglifici nella Bibbia: Gesù primo figlio dell'uomo e non di
satana) che è intenso nei Vangeli e nei testi biblici il discorso della lotta tra la
stirpe del serpente e la stirpe della donna e quindi del Figlio dell’Uomo.


EDGAR CAYCE - “SONO MICHELE: IL SIGNORE DELLA VIA” - (Eleanor Amidon)
I readings di Edgar Cayce sono ricchi di riferimenti ad angeli che vengono anche chiamati “Forze Invisibili”. Anche se invisibili, queste forze o esseri sono sensibili agli appelli dei mortali. In particolare ci sono periodi in cui messaggi da parte di Michele appaiono nei readings di Cayce. Che cosa è stato che ha provocato il fatto che Michele parlò attraverso Cayce ?
I messaggi sono parole urgenti di incoraggiamento e esortazione. Conferiscono un’immediatezza irresistibile. Quale specie di essere sarebbe costretto a parlare in questo modo ? Quale sarebbe la sua funzione, la sua missione ?
E’ luglio del 1928. Un gruppo che lavora con Cayce per mettere su un ospedale sta richiedendo informazioni sul miglior modo di procedere in questo progetto. In un reading vengono offerti dettagli per l’iscrizione sull’edificio. Cayce ha appena dato la dicitura per la terza pietra, “Che possiamo rendere manifesto l’amore di Dio e dell’uomo.” A questo punto vi è un annuncio inaspettato: “Ascoltate! Ecco la voce di qualcuno che vorrebbe parlare a quelli che sono riuniti qui: (pausa)
“Sono Michele, il signore della via! Abbassate la testa, Oh voi figli degli uomini! Prestate attenzione alla via che è stata messa davanti a voi in quel Sermone sul Monte, affinchè su quella collina questa illuminazione possa venire fra gli uomini; perché proprio come la voce di colui che stette vicino al mare e richiamò tutti gli uomini sulla via, affinchè quelli che volevano ascoltare potessero sapere che c’era di nuovo un sostegno in Davide, e la discendenza di Jesse non è mancata: perché nel Sion i vostri nomi stanno scritti e nel servigio verrà la verità!” (254-42)
Le parole di Michele sono piene di allusioni bibliche. Possiamo facilmente intuire la loro importanza immensa, visto che affermano e incoraggiano lo scopo del gruppo.
La seconda volta che Michele parla è ad un socio intimo di Cayce, Morton Blumenthal, che è attivo nello sviluppo dell’Associazione per Investigatori Nazionali, un precursore dell’A.R.E. che vorrebbe rendere disponibili le informazioni che arrivano attraverso Cayce. E’ il gennaio del 1929. Le parole di Michele sono una conferma dell’importanza del suo compito e una benedizione: “Inchina la testa, perché a te viene affidata ora la custodia di quella via . . .” (900-422)
In un reading successivo in marzo il Cayce dormiente gli dice: “A te il signore delle vie, proprio Michele, darà le direttive. Non farti fuorviare in nessun modo ... proprio come questo potente signore della via ha difeso lui [Mosè; vedi Giuda 1:9] possa egli difendere te sulle vie che percorri, se soltanto vuoi tenere la mano nella mano del Maestro.” (900-428) Per garantire tali parole di incoraggiamento incredibile, il potenziale deve essere stato considerato estremamente grande.
La terza e la quarta volta che Michele parla direttamente è nel 1931. La sua guida si rivela di ogni tipo e specie - dall’incoraggiamento all’esortazione e al rimprovero. Egli arriva all’improvviso e frappone parole di guida in due readings individuali. Esorta efficacemente un altro dei soci di Cayce a purificare le sue intenzioni: “Ascoltate, voi figli degli uomini, inchinate la testa, perché Michele, il signore della via, vuole mostrarvi la via - Chi riesce a resistere nel giorno del Signore ? Colui che ha purificato il suo cuore ... “(3976-7)
E al riguardo di un socio potenziale che voleva mettere alla prova la capacità di Cayce di contattare esseri spirituali minori, esclama: “Oh voi che siete una generazione arrogante e adultera ! Chi si avvicinerà al Trono in modo che possiate sapere che non c’è nessuno che superi il Figlio dell’Uomo nel Suo approccio all’esperienza umana nel mondo materiale !” (2897-4) Possiamo presupporre che Michele esegua qui una funzione duplice, tanto per proteggere Cayce quanto per istruire l’interrogatore.
La volta successiva che sentiamo parlare Michele direttamente è nel settembre del 1932. Nel frattempo, le Forze Invisibili sono certamente state fortemente interessate nelle attività di un gruppo impegnato di studenti di Cayce (Gruppo di Studio di Norfolk #). Il gruppo si è incontrato per almeno un anno ora, concentrandosi su un’impresa molto particolare.
Coloro che hanno fatto parte di un gruppo di studio sanno che ci sono degli effetti cumulativi per il lavoro con del materiale come quello trovato in Una Ricerca di Dio. Ma immaginate come deve essere stato per il gruppo che, invece di leggere un libro, stava scrivendo un libro, guidato dai readings psichici di Edgar Cayce. Immaginate di ricevere il titolo di un capitolo per volta e di andare a tastoni per sviluppare ogni capitolo con sufficienti elaborazioni, spiegazioni e chiarimenti per rappresentare, a parole, una solida base di principi spirituali nel regno della materialità insieme ad esempi di applicazioni nella vita di tutti i giorni.
Le prime sette lezioni sono state completate : “Cooperazione”, “Conosci Te Stesso”, “Qual è il mio Ideale?” , “Fede”, “Virtù e Comprensione”, “Amicizia” e “Pazienza”. Per ogni capitolo il contenuto è stato rielaborato finchè non è stato approvato, e per ognuno è stata suggerita un’affermazione potente per la meditazione attraverso un reading di Cayce (vedi la serie 262). Immaginate l’impegno nello scrivere su questi attributi spirituali, mentre lottate per applicarli nella vostra propria vita. Immaginate di essere rincuorati da messaggi personali occasionali di incoraggiamento spirituale da parte di Cayce, gemme luccicanti di saggezza che parlano direttamente ai forti desideri del vostro cuore e ai tumulti nella vostra anima.
Il titolo del capitolo successivo è “La Porta Aperta”. Gertrude Cayce, conduttrice del reading alla presenza del gruppo, richiede una meditazione per la lezione, e Edgar risponde con l’affermazione molto succinta e significativa “Come il Padre conosce me, così possa io conoscere il Padre, attraverso lo Spirito Cristico, la porta verso il regno del Padre. Mostrami Tu la Via.” (262-27)
Il reading prosegue sviluppando il concetto della porta come lo spirito che esprime se stesso attraverso una vita umana, “lo spirito come manifesto nella Coscienza cristica nel mondo materiale. Così, come ognuno si manifesta nel proprio contatto con gli uomini e davanti ad essi con quella coscienza come criterio, così può essere aperta la porta per quell’entità, quell’anima, da crescere e magnificare quello spirito talmente per la gloria del Padre, perdendo il sé nel servigio agli altri, che sulla terra il Suo nome possa essere riconosciuto per sempre.”
Ora parla un’altra voce, come se fosse stata chiamata dagli sforzi già fatti dal gruppo che lo hanno portato alla sua consapevolezza collettiva in questo momento:
“State in silenzio, figli miei ! Inchinate la testa, affinchè il signore della via possa farvi sapere che siete stati scelti per un servigio in questo periodo in cui c’è la necessità di quello spirito che viene reso manifesto sulla terra, che la via possa essere nota a coloro che cercano la luce ! Perché la gloria del Padre sarà resa manifesta attraverso voi che siete fedeli alla chiamata alla quale siete stati chiamati! Voi che avete nominato il nome rendete noto nei sentieri quotidiani della vostra vita, nei piccoli fatti delle lezioni che sono state costruite nella vostra stessa esperienza, attraverso quei legami del sé nella meditazione e nella preghiera, che la Sua via può essere conosciuta fra gli uomini: perché Egli invita tutti coloro che vogliono a venire - ed Egli sta sulla porta della vostra propria coscienza, affinchè possiate essere consapevoli che lo scettro non si è allontanato da Israele, né le Sue vie sono state in vano: perché oggi, ascoltate bene, la via è aperta. Io, Michele, faccio appello a voi!”
Questa è la prima volta che Michele parla a questo gruppo attraverso Cayce. Due settimane dopo, quando si riuniscono per il reading successivo sul loro lavoro collettivo, il loro abbozzo viene approvato e vengono spiegate sottili differenze del linguaggio biblico, simbolico. Viene posta una domanda sul rapporto tra Michele, il signore della via, e Cristo, la Via. La risposta che viene data è: “Michele è un arcangelo che sta davanti al trono del Padre. Il Cristo è il Figlio, la via al Padre, ed uno che venne sulla terra come uomo, il Figlio dell’Uomo, affinchè l’uomo possa avere accesso al Padre; perciò la via. Michele è il signore o il guardiano del cambiamento che avviene in ogni anima che cerca la via, proprio come in quei periodi in cui le Sue manifestazioni vennero sulla terra.” (262-28)
Di nuovo si sente una seconda voce che arriva con tanta potenza che Gladys Davis, la stenografa di Cayce, annotò: “Molti di noi furono commossi fino alle lacrime; tutti fummo colpiti profondamente.”
“Chinate la testa, Oh voi figli degli uomini, se volete conoscere la via: perché io, Michele il signore della via, vorrei mettervi in guardia di non ostacolare la via di vostro fratello e di non sedervi nei posti degli sprezzanti, ma piuttosto rendete noto quell’amore, quella gloria, quel potere nel Suo nome, affinchè nessuno abbia timore; perché io, Michele, ho parlato!”
Passano altre due settimane, e il gruppo si riunisce nuovamente per un’altra sessione di collaborazione con Cayce, ricevendo rafforzamento positivo per i suoi sforzi cumulativi e qualche insegnamento sottile e squisitamente meraviglioso, ricco di allusioni bibliche che parafrasano e illuminano diversi passaggi che si riferiscono a “La Porta Aperta.” Questa volta, una domanda retorica del Cayce addormentato, “Non sapete che il vostro corpo è il tempio vivente, sacro e accettabile a Lui, se volete seguire le Sue vie?” (262-29) sembra stimolare un’altra esclamazione da parte di Michele:
“Ascoltate, Oh voi figli degli uomini ! Chinate la testa, voi figli degli uomini: perché la gloria del Signore è vostra, se sarete fedeli alla fiducia che è messa in ognuno di voi ! Sappiate in chi avete creduto ! Sappiate che Egli è il Signore di tutti, e la Sua parola non tradisce coloro che sono fedeli giorno per giorno: perché io, Michele, proteggo coloro che cercano di conoscere il Suo viso.”
Di nuovo c’è un’annotazione di Gladys: “Lacrime, silenzio e una bellissima sintonia seguirono il reading come sopra.”
Queste tre comunicazioni da parte di Michele sembrano venire da un regno più vasto di quello del nostro mondo materiale comodamente familiare. Esse sono esclamazioni e dichiarazioni dalla prospettiva di una realtà straordinariamente percettiva ed esortazioni per ispirare e consigliare. In esse vi è una certa urgenza.
Dapprima Michele annuncia che questo gruppo è stato chiamato ad un compito di servigio e riafferma i passi già compiuto; e cioè, la preparazione dei primi sette capitoli e, con essa, il fatto di essersi preparato per questa comunicazione. Imbarcandosi in questo progetto il gruppo ha fatto dei passi in avanti sulla via. Nell’ordine cosmico essi sono diventati implicitamente delle guardie di Michele. Il fatto che egli parla a loro direttamente porta questo alla loro attenzione cosciente.
Michele può incitare, ma non può costringere, così i suoi messaggi sono sempre condizionali, non violano mai il libero arbitrio dell’individuo. Il suo avvertimento di non bloccare la strada agli altri o a se stessi è un’indicazione qualificata da “se volete conoscere la via.” Il suo consiglio è di allontanare ogni timore (negli altri con l’esempio, nel sé con l’espressione di verità, amore o in qualunque modo si denoti il proprio ideale più alto, attraverso una vita di azione) manifestando delle qualità spirituali nella propria vita. Le parole sono concise e possono essere ampliate negli stessi pensieri che vengono ripetuti in così tanti modi nei readings e nel libro Alla Ricerca di Dio.
Alla fine Michele riafferma il suo ruolo come loro protettore e raccomanda loro di essere fedeli alla loro fiducia. Guardate attentamente e vedrete che questa ‘fiducia’ è una via a doppio senso. Questo è più di un ammonizione ad essere fedele alla propria scelta (come in “Scegliete voi in questo giorno di chi volete essere servitore”) e alla propria fiducia in Dio. Il compito indefinibile dello sviluppo spirituale e il compito definibile dello scrivere un libro sono responsabilità sacre. Le Forze Creative stanno facendo conto sul gruppo, nonché su ognuno di noi, per realizzare le nostre potenzialità sacre.
Continuate a guardare e vedrete che questa “fiducia” è più di una via a doppio senso. Una dinamica profonda, a molti livelli, intrecciata riccamente, ha luogo fra i membri del gruppo. Essi arrivano a riconoscersi e ad apprezzarsi l’un l’altro profondamente, negli aspetti coscienti nonché inconsapevoli della loro esistenza. In Risvegliandosi alla Comunità Rudolf Steiner , un noto insegnante spirituale, lo spiega in questo modo: “Quando si sperimenta insieme l’ipersensibile, un’anima umana viene risvegliata in modo estremamente intenso nell’incontro con un’altra anima umana. Questo fatto desta l’anima ad un intuito più alto, e questa condizione mentale crea una situazione che fa sì che un vero essere della comunità discenda in un gruppo . . .” Elevando i propri pensieri e sentimenti ai regni ipersensibili i membri del gruppo raccorciano la distanza fra se stessi e gli esseri superiori. I membri del gruppo diventano maggiormente consapevoli di se stessi come veri membri di una comunità di spiriti. In considerazione di questo, è tanto sorprendente che un membro non fisico della loro comunità vorrebbe comunicare con loro su un livello cosciente ?
Il lavoro del gruppo sul capitolo “La Porta Aperta” riceve l’attenzione più concentrata di Michele. Focalizzando su questo tema i membri hanno letteralmente aperto la porta a Michele perché possa parlare a loro. Egli dice parole di incoraggiamento anche durante il lavoro sui capitoli “Alla Sua Presenza” nel dicembre 1932, “Amore” nel giugno 1933 e “Desiderio” nel maggio 1934. In questo messaggio finale al gruppo egli non si identifica, ma il contenuto del messaggio è chiaramente Michelico:
“Venite, voi figli che cercate la luce ! Chinate la testa per lodare il Figlio. Perché la via per ognuno di voi che vorrebbe cercare il Suo viso viene ora aperta davanti a voi. Il Figlio dell’Uomo, il Cristo, vostro Signore, è fra voi, anche nel vostro cuore, se solo volete aprire la porta che vi porta a Lui!”
Gli ultimi tre messaggi nei readings di Cayce che vengono chiaramente da Michele sono per degli individui. La voce di Michele non si sente più fino ad Aprile 1940. Il tono è estremamente urgente, con parole di avvertimento per la madre di una bambina di quattro anni con capacità psichiche, durante il reading sulla vita della bambina:
“Ascolta, amica ! Io, Michele, signore della via, vorrei darti un avvertimento ! Chinate la testa, voi, abietti della terra ! Sappiate che cosa è stato affidato a voi ! Vivete la vita, affinchè non siate contati fra i maledetti per essere indegni della fiducia datavi!” (2156-002)
Quello stesso anno Cayce venne usato per ottenere informazioni su trivellazioni per trovare del petrolio nel Texas. Uno dei readings finì in modo brusco dopo che questo messaggio era stato interposto:
Su! Ascoltate, voi figli degli uomini ! Chinate la testa, voi figli degli uomini! Perché io, Michele, vorrei parlare con voi riguardo a quelle cose che chiedete qui ! Non avete visto e sentito il corso che viene seguito, attraverso questo uomo, nella ricerca di conoscenza dalla quale deviate in quel punto di sviluppo della materialità nella ricerca di Dio dell’uomo ?” (1561-19)

Infine, durante un reading fisico di controllo per Edgar Cayce stesso, Michele ammonì:
“Chinate la vesta, voi figli degli uomini ! Perché io, Michele, signore della via, vorrei parlare con voi ! Voi, generazione di vipere, voi, generazione adultera, siate avvertiti ! Oggi vi è davanti a voi il bene e il male ! Scegliete voi chi volete servire ! Camminate sulla via del Signore ! O altrimenti verrà quella resa dei conti improvvisa, come avete visto ! Chinate la testa, voi che siete maleducati, impenitenti ! Perché la gloria del Signore è vicina ! L’opportunità è davanti a voi ! Accettate o rifiutate !” (294-208)
Questo avvenne nel marzo del 1944. Cayce morì il 3 gennaio 1945.
I readings rendono molto chiari i rapporti fra l’umanità, Michele e il Cristo. Il Cristo che entrò nella terra come Gesù venne in tal modo che coloro che lo vogliono potrebbero avere accesso a Dio. Perciò il Cristo è la Via. Michele è un arcangelo che serve da signore della via. La funzione di Michele è guidare e proteggere ogni anima che cerca la via.
Lo schema dei readings dimostra che il terreno è preparato per l’approssimarsi di Michele quando sono presenti pensieri spirituali con un aspetto di ancoraggio ad una base. Per ripetere alcune delle parole immediatamente precedenti alle dichiarazioni di Michele, abbiamo:
• Rendete manifesto l’amore di Dio e dell’uomo.
• Che in terra il Suo nome possa essere riconosciuto per sempre.
• Cristo venne sulla terra così che noi potessimo avere accesso al Padre.
• I vostri corpi sono dei templi viventi.
Da questo elenco si può dedurre che l’interesse particolare di Michele comprende il nesso con il mondo materiale.
Ci sono molti sinonimi suggestivi per “la via” usati nei readings: il sentiero, l’accesso, la porta, il canale. Per esplorare alcune delle idee dietro queste parole possiamo immaginare un sentiero terreno attraverso il bosco (spazio), nonché un sentiero terreno attraverso la vita (tempo). Possiamo immaginare un sentiero verso qualche destinazione o meta che si tesse attraverso una rete di interrelazioni in una maniera reciprocamente riconoscente e di sostegno o distruttiva perché restia a collaborare (la pazienza o mancanza della stessa). Possiamo immaginare dei canali che passano attraverso la forma solida, liquida e gassosa della materia, attraversata dalle forze invisibili.
Possiamo immaginare dei collegamenti, delle porte, dei chakra fra i livelli fisici e non fisici della nostra esistenza individuale. Possiamo immaginare degli esseri viventi che si fermano prima di acquisire dei corpi fisici e che pur tuttavia hanno un interesse negli sviluppi su altri livelli di esistenza, anche quelli fisici, e un’influenza sugli stessi.
Tutti questi costituiscono degli aspetti della via, e si potrebbe trovare il Cristo in ognuno di loro. Ognuno di loro può potenzialmente trovarsi sotto la protezione di Michele, a seconda della loro (e la nostra) determinazione di costruire una strada di anime umane in direzione del loro Creatore L’intensità e l’ardore dei messaggi di Michele suggeriscono che le Forze Invisibili abbiano più di un interesse passeggero negli sforzi delle anime umane.
Nel suo ruolo di signore della via, la funzione di Michele è guidare e proteggere coloro che prendono parte alla via. Ogni passo cosciente che facciamo per accrescere il nostro amore e la nostra comprensione di Dio, e per aprirci alle Sue infiltrazioni nel nostro atteggiamento e nella nostra vita, è un fervido appello alle Forze Invisibili. Il richiamo del gruppo era stato ancora più chiaro, notificando Cayce dapprima di un desiderio collettivo di essere utili e quindi esercitandosi veramente nel loro compito assegnato. La guida verbale di Michele nei readings consiste nell’incoraggiare, chiamare con un cenno, esortare, avvertire e rimproverare.
Tutti i suoi messaggi sono stati per coloro che avevano già fatto dei passi specifici e sinceri lungo la via. Parte della direttiva di Michele ai cercatori consiste nel ricordare loro di fare la loro parte: aprire la porta, essere fedeli, non vacillare. Egli richiama alla loro mente anche le promesse: “Il Figlio dell’Uomo, il Cristo, vostro Signore, è in mezzo a voi, persino nel vostro cuore” se vogliamo “ascoltare”, stare a sentire, essere veri e ubbidire.
Intuizioni ulteriori sulla natura e la missione di Michele vengono presentate in varie opere di Rudolf Steiner. Nella vista di Steiner la terra e l’umanità, nonché le sfere e gli esseri ipersensibili, sono tutto fuorchè statici. Delle forze di evoluzione sono all’opera dovunque. La nostra Terra si è sviluppata attraverso incarnazioni planetarie precedenti, influenzata da molti tipi di esseri ipersensibili. Questi esseri stessi si trovano nel processo di evoluzione ed esercitano le loro influenze recentemente evolute in svariati modi, anche nel nostro minuscolo angolo del cosmo. Michele è uno di tali esseri, la cui sfera di azione è quella di intelligenza cosmica, con le sue varie manovre in corso.
Per Steiner gli esseri umani non sono sempre stati costituiti come lo sono adesso. Le capacita fondamentalmente ampliate dell’anima permettono agli individui di pensare e avvertire sensazioni in un modo qualitativamente differente da come facevano soltanto 200 anni fa. Il corso dell’evoluzione dell’umanità ha reso necessario un coinvolgimento nella materialità che ha escluso la consapevolezza cosciente di regni ed esseri spirituali. Soltanto in tali condizioni l’ego poteva sviluppare una reale capacità di pensare ed agire in libertà. In Il Mistero di Michele Steiner dice: “E’ la missione di Michele di portare l’uomo nuovamente verso l’alto, sul sentiero della sua volontà, verso quei regni dai quali è disceso quando, sul sentiero del pensiero, la sua coscienza terrena ha subito una trasformazione da un modo ipersensibile ad un modo fisico di vivere le esperienze.”

La guida di Michele mostra una via al progresso attraverso le condizioni attuali, dove le forze spirituali antagonistiche ci fuorvierebbero e ci allontanerebbero dalla possibilità di trovare il nostro proprio sentiero interiore verso il Cristo. Per Steiner, ricevere il Cristo in noi stessi è l’unico modo per realizzare la nostra più alta potenzialità spirituale. Michele ed altri arcangeli alternano ciclicamente le loro influenze per ispirare l’umanità. Nel periodo storico immediatamente precedente il nostro tempo l’arcangelo Gabriele dotò l’umanità di conoscenza scientifica.
Nel periodo attuale, che sta appena cominciando, Michele ci ispirerà dandoci conoscenza spirituale. Come Steiner dice, “Proprio come una volta ha portato le anime umane verso una comprensione della vita di Cristo come discesa dal cielo alla terra, così sta ora preparando l’umanità a sperimentare l’apparizione della Coscienza di Cristo dal regno dell’ignoto al regno del noto.”
Come la Coscienza di Cristo vive in noi e si esprime attraverso noi, così cooperiamo con gli impulsi divini che formano le nostre esistenze future. Ogni passo che facciamo verso il futuro può essere un’apertura per il Cristo perché viva dentro di noi. Con l’aiuto di Michele troveremo la nostra via.

BIOGRAFIA DI EDGER CAYCE -



La vita di Edgar Cayce

Chi fu Edgar Cayce?

Ogni anno, migliaia di persone in tutto il mondo scoprono la vita e l’opera di un uomo che, sotto numerosi aspetti, assomigliò a molti altri : marito affettuoso, padre di due figli, fotografo appassionato ed amante del giardinaggio, ma che si distinse per il suo talento psichico1, uno dei più affidabili e versatili di tutti i tempi. Quest’uomo si chiamò Edgar Cayce.

Preoccupato di aiutare i suoi simili, egli eseguì, per quarantatré anni, delle “letture”. Si coricava su un divano, congiungeva le mani all’altezza del plesso solare e si immergeva in un sonno auto-ipnotico. Una volta che era entrato in questo stato di trance bastava indicargli il nome di una persona e il luogo nel quale questa si trovava, affinché egli potesse parlare di lei e rispondere alle domande che gli venivano poste sul suo conto. In generale Cayce dissertava con la sua voce abituale; una stenografa annotava ciò che si diceva durante la seduta, poi lo dattilografava, inviava una copia all’interessato e ne archiviava un’altra.

Oggi l’A.R.E. (Association for Research and Enlightenment, Inc.)2, associazione creata da Edgar Cayce nel 1931 a Virginia Beach, in Virginia, possiede nella sua biblioteca, a disposizione del pubblico, 14 306 letture realizzate da Cayce, alle quali sono stati aggiunti i rapporti, i commenti e le testimonianze corrispondenti. Queste letture rappresentano l’insieme di documenti psichici più notevole che esista proveniente dalla stessa fonte. L’A.R.E., che alla morte di Cayce nel 1945 non contava che qualche centinaio di membri, è attualmente un’organizzazione di diffusione mondiale. Essa permette alle persone che lo desiderano di trasformare la loro esistenza grazie all’opera di questo uomo molto semplice che ha manifestato delle facoltà psichiche eccezionali.

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Edgar Cayce nacque vicino a Hopkinsville, nello stato del Kentucky, il 18 marzo 1877. Il più grande di cinque figli, egli fu educato con le sue quattro sorelle nell’ambiente della vita rurale di fine diciannovesimo secolo, circondato da nonni, zii, zie e cugini che vivevano nelle vicinanze. Amava giocare con piccoli compagni fittizi che scomparvero via via che egli cresceva.


NOTE:

1 La parola inglese “psychic” ha un senso molto ampio. In italiano ricopre i termini “psichico” e “paranormale”. Visto che viene usato continuamente per qualificare il dono di Edgar Cayce sotto i suoi diversi aspetti, lo impieghiamo in molte occasioni come in inglese, anche se si riferisce al dominio paranormale.

2 Traduzione possibile: Associazione per la ricerca e l’illuminazione

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In quest’epoca il paese attraversava una rinascita religiosa il cui ardore poteva spiegare, almeno in parte, la profonda attrazione che la Bibbia esercitava su Edgar e la sua aspirazione di diventare medico missionario. Nessuno avrebbe allora sospettato in che modo singolare il suo sogno sarebbe diventato realtà.

All’età di sei o sette anni egli raccontò ai genitori che aveva delle visioni sovrannaturali e che conversava a volte con il nonno defunto. Questi non vi prestarono molta attenzione, pensando che si trattasse del frutto di uno spirito “fantasioso”. Edgar si rifugiò nella lettura della Bibbia, cosa che gli procurò tanta soddisfazione che decise di leggere le Sacre Scritture dal principio fino alla fine una volta per ogni anno della sua vita. Le storie e i personaggi biblici acquisirono così un posto preponderante nella sua esistenza. All’età di tredici anni, un’apparizione lo segnò per sempre: quella di un essere angelico, una bella signora, che gli domandò che cosa desiderava maggiormente. Edgar rispose che desiderava assistere gli altri, in particolare i bambini malati.



Poco dopo si accorse che gli era possibile memorizzare i suoi libri scolastici dormendovi con la testa appoggiata sopra per un momento, capacità che non si poteva più attribuire ad un’immaginazione esuberante. Senza nemmeno averli letti, era in grado di addormentarsi su dei libri o documenti di qualsiasi lunghezza o complessità e, al risveglio, ripeterne l’esatto contenuto. Questa dote lo favoreggiò a scuola, ma svanì gradualmente. Per aiutare i suoi genitori sul piano finanziario lasciò la scuola a sedici anni e andò a lavorare con uno zio nella fattoria di sua nonna.

L’anno dopo la famiglia si trasferì a Hopkinsville. Edgar venne assunto in una libreria. Alcuni mesi più tardi, fece la conoscenza di Gertrude Evans e se ne innamorò. Il 14 marzo 1897, quattro giorni prima del suo ventesimo compleanno, egli si fidanzò con lei. Entrambi decisero di sposarsi appena egli avrebbe avuto abbastanza denaro per mettere su famiglia.

Nel giugno del 1898 Edgar perse il posto e lavorò per un po’ in un grande magazzino. In seguito si recò a Louisville, grande città commerciale del Kentucky, dove aveva ottenuto, in una libreria importante, un impiego meglio remunerato. Nel 1899, a Natale, egli ritornò a Hopkinsville e si mise in società con il padre, Leslie Cayce, allora agente di assicurazioni. Edgar cominciò a viaggiare di città in città, vendendo assicurazioni nonché libri e articoli di cancelleria. A ventitré anni, la sua situazione finanziaria gli lasciava intravedere un matrimonio vicino, quando perse la voce dopo aver assunto un sedativo. Subito non se ne preoccupò molto, credendo che il disturbo sarebbe passato. Notando che invece persisteva egli consultò in vano medici e specialisti.

Incapace di esprimersi al di là del bisbiglio, egli si cercò un’attività professionale che non richiedesse di parlare. A Hopkinsville trovò un posto ideale, come fotografo apprendista. In questo modo, anche se la sua condizione si fosse rivelata incurabile, egli sarebbe stato vicino a Gertrude e alla sua famiglia. Spesso si rammaricava di non aver potuto continuare gli studi per diventare predicatore o medico, ma si confortò leggendo la Bibbia e si rallegrò all’idea di sposarsi e di avere dei figli.

A quell’epoca l’ipnotismo e gli spettacoli teatrali erano molto popolari. Un ipnotizzatore ambulante che si faceva chiamare “Hart - il re delle risate!” comparve al teatro di Hopkinsville. Hart fu coscienzioso ed ebbe successo. Quando venne a conoscenza dei disturbi di salute di Edgar, accettò di provare a guarirlo. In una prima seduta Hart l’ipnotizzò e gli suggerì che avrebbe ricuperato la voce. Con grande sorpresa delle persone presenti, Edgar rispose in tono normale alle domande che gli vennero poste. Tuttavia il suo cervello non obbedì alla suggestione post-ipnotica di continuare a parlare in modo chiaro dopo la seduta. Hart ripeté il tentativo varie volte, ottenendo sempre lo stesso risultato: quando era addormentato, Edgar si esprimeva alla perfezione; da sveglio, tornava al suo bisbiglio precedente. I giornali locali commentarono l’avvenimento, e quando Hart si allontanò, preso da altri impegni, molte persone rimasero persuase che l’ipnotismo fosse la soluzione al problema di Cayce.

Sapendo che sotto ipnosi certi pazienti dimostravano delle facoltà di veggenza, uno specialista di New York, che si interessava del caso, consigliò di ripetere l’esperienza, ma, questa volta, domandando ad Edgar di pronunciarsi sul proprio problema, invece di suggerirgli soltanto di ritrovare la voce. I suoi genitori vi si opposero perché le sedute con Hart l’avevano indebolito e reso estremamente nervoso. Gertrude non intervenne, lasciando la decisione al suo fidanzato, dato che Edgar amava la fotografia e perché comunque avrebbero potuto vivere insieme felici.

Edgar decise di sottomettersi ad un ultimo tentativo sotto la guida di un autodidatta del posto, Al Layne, che praticava l’ipnotismo e studiava l’osteopatia per corrispondenza. Inoltre questi propose di entrare in uno stato analogo a quello che gli permetteva di memorizzare i suoi libri di scuola nella sua adolescenza. Quando fu addormentato, Layne lo interrogò sulla causa del suo male e sul modo per porvi rimedio. E Cayce rispose ! Egli definì il problema come un disordine psicologico che produceva un effetto fisico, e raccomandò che, mentre era incosciente, gli venisse suggerito di intensificare la circolazione sanguigna nella zona colpita. Layne eseguì. Si potè osservare come la parte superiore del petto e del collo di Edgar diventarono scarlatte e calde al tatto. Edgar rimase così per una ventina di minuti, in silenzio. Poi chiese di intimargli l’ordine, prima di svegliarlo, di far tornare regolare la circolazione sanguigna. Layne rispettò queste istruzioni e, risvegliatosi, Cayce si espresse perfettamente, ristabilito dalla sua malattia che era durata un anno. In questa data, il 31 marzo 1901, Edgar Cayce aveva fatto la sua prima “lettura” psichica.

Tanto lui quanto i suoi genitori e Gertrude furono felicissimi per questo finale inatteso. Ora il suo obiettivo era diventare un bravo fotografo e di sposarsi al più presto. Cayce, di conseguenza, avrebbe trascurato il suo dono preziosissimo, se Layne non si fosse interessato al fenomeno straordinario di cui era stato testimone. Da anni Layne soffriva di stomaco. I medici si erano rivelati impotenti a dare sollievo ai suoi dolori, e gli venne l’idea di sollecitare una lettura a questo proposito. Era sicuro che le sue conoscenze in medicina gli avrebbero fatto identificare ogni rimedio dannoso che Cayce poteva indicare. Malgrado il suo scetticismo, quest’ultimo acconsentì, poiché si sentiva in obbligo verso Layne dal momento che questi l’aveva aiutato a ricuperare la voce. La lettura ebbe luogo con modalità simile alla precedente. Addormentato, Edgar descrisse il disturbo in dettaglio e raccomandò alcune piante medicinali, una dieta e degli esercizi fisici. Nel giro di una settimana Layne stava già talmente bene che si entusiasmò ancora di più per le facoltà di Cayce e incoraggiò quest’ultimo a tentare di risolvere altri casi.

Edgar esitò perché non comprendeva il fenomeno e non possedeva alcuna formazione medica. Per giunta, il suo unico obiettivo era sposarsi, avere dei figli e condurre una vita tranquilla. Ma Layne gli stava ripetendo che, se il suo talento si fosse rivelato benefico, egli aveva la responsabilità morale di dedicarlo al servizio dell’umanità. Alla fine, dopo averne discusso a lungo in famiglia e dopo aver pregato ed esaminato la Bibbia, Edgar accettò di continuare, ma a due condizioni: da una parte, se un giorno avesse emesso qualche consiglio pericoloso, le letture sarebbero state fermate all’istante; dall’altra, egli avrebbe accordato la priorità al suo mestiere di fotografo.

Una delle prime letture fu realizzata per una bambina di cinque anni di nome Aime Dietrich, gravemente malata già da tre anni. In seguito ad un’influenza, il suo cervello non si era più sviluppato e frequenti convulsioni agitavano il suo corpicino. Malgrado i medici e gli specialisti consultati, il suo stato era peggiorato. La sua attività mentale sembrava nulla.

Layne condusse la lettura ed annotò ciò che Cayce disse in trance. Questi dichiarò che il problema era sorto poco tempo prima che la bimba avesse preso l’influenza, quando si era procurata una contusione alla colonna vertebrale durante una caduta avvenuta scendendo da una carrozza (incidente confermato dalla madre); i microbi dell’influenza si erano insediati nella parte traumatizzata del midollo spinale, provocando le convulsioni. Edgar raccomandò che Layne effettuasse certe manipolazioni osteopatiche. In una lettura di controllo Cayce menzionò che queste ultime non erano state eseguite in modo corretto e diede nuove istruzioni . Dopo vari tentativi, Layne le compì in maniera adeguata. Qualche giorno dopo, Aime chiamò per nome una bambola con la quale aveva giocato prima di ammalarsi. Più tardi riconobbe altri oggetti e anche i suoi genitori. Le convulsioni cessarono del tutto, e in meno di tre mesi la bambina era il ritratto della salute, normale sotto tutti gli aspetti.

Benché felice di aver potuto mostrarsi utile, Cayce non pretendeva che un’esistenza tranquilla. Tuttavia l’entusiasmo di Layne, di suo padre e di persone come i genitori di Aime gli impedirono di concretizzare il suo desiderio. Edgar continuò a dare delle letture gratuite sotto la supervisione di Layne. Molto presto si scoprì che non gli occorreva che il nome di una persona e del luogo in cui ella si trovava per descrivere il suo stato generale, diagnosticare i suoi malanni, prescrivere un trattamento e rispondere alle domande che la riguardavano. Anche se le letture lo preoccupavano, dato che ne coglieva a malapena il senso leggendo le annotazioni di Layne, egli non dimenticava mai di ringraziare Dio ogni volta che questa facoltà gli permetteva di soccorrere qualcuno.

In quel periodo Edgar abitava a Bowling Green, a circa cento chilometri da Hopkinsville, e lavorava in una libreria. Layne lo raggiungeva tutte le domeniche per ottenere delle letture per i suoi pazienti. Il 17 giugno 1903, dopo un fidanzamento di oltre sei anni, Gertrude Evans ed Edgar Cayce celebrarono le nozze. Edgar non si era ancora abituato alle letture, ma la sua vita lo soddisfaceva: aveva una moglie amorevole, una casa, un impiego ben rimunerato, ed insegnava il catechismo. L’anno dopo egli aprì uno studio fotografico con un socio.

Grazie a Cayce, Layne vide la sua reputazione e la sua clientela accrescersi a tal punto che decise di diventare osteopata di professione. Lasciò Hopkinsville per seguire i corsi di una scuola di osteopatia che si trovava nel sud del Kentucky. Edgar si illuse pensando che questo avrebbe messo fine alle letture. In effetti egli aveva suscitato la curiosità di un gruppo di medici locali. Questi praticarono su di lui, a volte a suo danno, dei test destinati ad esplorare la natura e l’origine del suo potere psichico.

Cayce si dedicò principalmente alla fotografia ed eccelse nella sua arte. Lo studio prosperò. Quando però un incendio distrusse un’importante collezione di acquerelli ed incisioni che aveva nel magazzino, Edgar si indebitò. Nove mesi dopo, un altro incendio devastò lo studio. Cayce lo riaprì nel giro di due settimane e si accollò da solo tutte le perdite visto che il suo socio si era ritirato dagli affari. Gertrude ritornò a Hopkinsville con Hugh Lynn, loro figlio nato il 16 marzo 1907. Edgar rimase a Bowling Green finché non ebbe saldato il debito. Rovinato finanziariamente, partì nell’agosto del 1909, e cercò un posto nello stato dell’Alabama dove i fotografi scarseggiavano.

Per Natale fece visita alla sua famiglia. Suo padre lo presentò al dottor Wesley Ketchum, un omeopata che si era da poco stabilito in città. Questi, che aveva sentito parlare delle letture da uno dei pazienti di Layne, gliene sollecitò una. Si era appena diagnosticato un’appendicite, e voleva sapere se Edgar sarebbe stato in grado di scoprirlo. Quest’ultimo rivelò un disturbo ben diverso e propose un trattamento semplice. Per metterlo in ridicolo Ketchum consultò un collega che confermò le dichiarazioni di Edgar. In questo modo si persuase della veridicità delle letture.

Il dottor Ketchum cominciò a ricorrere alla capacità di Cayce nei casi difficili che incontrò. Nel 1910 egli presentò un rapporto alla Società Americana per Ricerche Cliniche, qualificando Cayce un genio in medicina. Ne risultò che il 9 ottobre, il giornale New York Times pubblicò un lungo articolo intitolato: “Un uomo incolto diventa medico sotto ipnosi”. Visto che le richieste di letture affluirono da tutte le parti, il dottor Wesley Ketchum, Edgar Cayce, Leslie Cayce e Albert Noe, un albergatore agiato, fondarono la Psychic Reading Corporation (Società di letture psichiche). Edgar tornò a Hopkinsville dove aprì uno studio fotografico, lo Studio d’arte Cayce. Ogni giorno, durante le sue ore libere, diede delle letture psichiche su dei problemi medici. Era tuttavia molto più felice nelle sue attività di fotografo, e gli ci volle un altro anno prima di cambiare atteggiamento nei confronti delle letture.

Quando George Dalton, ricco imprenditore edile, si fratturò la gamba e la rotula in un cantiere, diversi medici gli dissero che non avrebbe più potuto muoversi normalmente a causa della gravità della lesione al ginocchio. Non soddisfatto della diagnosi, Dalton seguì il consiglio del dottor Ketchum. In una lettura, Edgar raccomandò di consolidare la rotula con dei chiodi. Un metodo del genere era sconosciuto all’epoca, ma il dottor Ketchum ebbe fiducia in Cayce ed eseguì l’operazione chirurgica. Nel giro di qualche mese, Dalton camminava come se l’incidente non fosse avvenuto.

Nel marzo 1911 Gertrude ed Edgar ebbero un secondo figlio, Milton Porter. Poco dopo la nascita il bimbo fu colpito da pertosse e più tardi da colite. Malgrado l’intervento di diversi medici, la sua salute si deteriorò e i medici abbandonarono ogni speranza di salvarlo. Allora Cayce effettuò una lettura. Egli indicò che Milton Porter era già troppo malato e senza speranza di sopravvivenza. Il bimbo, infatti, morì prima di compiere due mesi.

Cayce e sua moglie caddero in una profonda depressione. Egli si rimproverò di non aver pensato prima alle letture. Ciò avrebbe forse risparmiato la vita del bimbo; ma ora non l’avrebbe mai saputo. Quanto a Gertrude, ella contrasse una pleurite che, peggiorando, la costrinse a letto.

Verso la fine dell’estate il medico di Gertrude modificò la sua diagnosi ed informò Edgar che ella aveva la tubercolosi e stava morendo lentamente. Uno specialista confermò la terribile realtà e tutti, eccetto suo marito, si rassegnarono alla sua morte imminente. Edgar si affidò ad una lettura. Questa diede speranza e raccomandò, oltre a prendere un certo preparato farmaceutico, che Gertrude si decongestionasse i polmoni inalando i vapori che si sprigionavano da un barilotto di quercia parzialmente riempito di acquavite di mela. I medici decretarono che il rimedio si sarebbe rivelato inutile, tuttavia Ketchum lo prescrisse. Dopo due giorni la febbre era scesa e Gertrude si sentì meglio. Il suo stato continuò a migliorare e, in novembre, persino i medici si mostrarono ottimisti. Nel gennaio del 1912 Gertrude si era ristabilita quasi completamente dalla sua malattia.

Quell’anno un delegato dell’università di Harvard, il dottor Hugo Munsterberg, si presentò a Hopkinsville per informarsi sul talento psichico di Cayce. Aveva il fermo intento di offuscare la sua reputazione dimostrando la sua ciarlataneria. Quando ripartì, invece, era fortemente convinto della legittimità e dell’efficacia delle letture. Incitò Edgar ad esercitare il suo dono fuori del comune che dava sollievo da tanta sofferenza.

Cayce ruppe l’accordo con Ketchum e Noe e andò a lavorare come fotografo a Selma, in Alabama. L’anno dopo rilevò lui stesso lo studio di cui era a capo e fece venire Gertrude e Hugh Lynn. Qui poteva sfuggire alla notorietà sempre crescente e condurre una vita tranquilla in famiglia. Tuttavia questo non durò a lungo. Un giorno suo figlio si ustionò gravemente gli occhi giocando nello studio con della polvere di magnesio che serviva per i flash. I medici affermarono che il bambino non avrebbe ricuperato la vista e raccomandarono la rimozione di un occhio. In una lettura Cayce assicurò che Hugh Lynn non aveva affatto perso la vista; il bimbo doveva restare in una stanza buia per due settimane portando continuamente sugli occhi delle compresse impregnate con la soluzione specificata dai medici, con l’aggiunta di un ingrediente. Non ci fu alcun intervento chirurgico, e quando gli tolsero le bende il bimbo ci vide! I giornali locali parlarono dell’episodio, così che Cayce, nuovamente famoso, diede delle letture oltre ad occuparsi dello studio fotografico. Inoltre, come in tutte le città in cui era vissuto, egli partecipò alle attività della parrocchia ed insegnò il catechismo. Il 9 febbraio 1918, Gertrude ed Edgar ebbero un altro figlio, Edgar Evans.

Il numero crescente di richieste per le letture mise in risalto un problema: molte persone non trovavano dei medici disposti a seguire le istruzioni di un uomo che era loro sconosciuto e che diagnosticava, in uno stato di auto-ipnosi, le malattie di pazienti che, molte volte, egli stesso non aveva mai visto. Cayce cominciò a sognare un ospedale in cui medici, infermieri e terapeuti avrebbero applicato i trattamenti menzionati nelle letture.

Questo sogno dell’ospedale lo portò a mettersi insieme a degli uomini che cercavano del petrolio nel Texas. Edgar vi si recò con l’intento di procedere con delle letture su dei possibili siti di sfruttamento. Costruirono una torre di trivellazione e scavarono un pozzo; ciononostante non raggiunsero il giacimento a causa di molteplici ostacoli. Precisando che le informazioni che fornivano non dovevano essere impiegate a fini personali, le letture segnalarono che certi soci di Cayce non condividevano affatto la sua ambizione di creare un ospedale e desideravano unicamente arricchirsi.

Dopo questo tentativo deludente che era durato quattro anni, Edgar ritornò a Selma. Egli riprese la sua esistenza laddove l’aveva lasciata, con sua moglie, i due figli, il suo lavoro e la sua funzione in chiesa. Le sue lezioni di catechismo diventarono le più popolari della regione, perché egli sapeva dar vita ai personaggi e ai racconti biblici. Nel settembre 1923 assunse una segretaria di nome Gladys Davis per trascrivere tutto quello che si diceva nel corso delle letture, fino ad allora condotte da Gertrude.

Fino a quel momento, l’informazione psichica comunicata da Cayce riguardava esclusivamente la medicina. Invece Arthur Lammers, tipografo della città di Dayton, nell’Ohio, appassionato di filosofia e metafisica, sollecitò una lettura sul suo oroscopo3. Nella parte finale, Edgar fece una dichiarazione curiosa: “Nel passato egli fu monaco”, formulando così l’ipotesi della reincarnazione e aprendo la porta a nuove prospettive.

Questa rivelazione costituì un dilemma per Cayce: egli non dubitava dell’utilità e dell’esattezza delle letture in materia di salute, però un tale riferimento diretto alla reincarnazione gli pareva in contrasto con i principi cristiani tradizionali. Pregò a questo proposito, interrogò il suo essere interiore, effettuò delle letture e rilesse interamente la Bibbia sotto l’aspetto della reincarnazione. In questo modo acquisì una sublime visione dell’unità fra le grandi religioni del mondo, centrata sulla religione giudeo-cristiana.

NOTE:

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Edgar Cayce scoprì che il concetto della reincarnazione faceva affidamento sulle nozioni filosofiche seguenti: la vita è eterna e possiede una meta; tutto quello che esiste emana da Dio e fa parte di Dio; in quanto anime, noi siamo figli del Creatore e, di conseguenza, uguali; abbiamo ricevuto il libero arbitrio - un giorno sceglieremo il cammino dell’altruismo. Cayce si accorse che la reincarnazione, compatibile con qualsiasi religione, concordava con gli insegnamenti del Cristo come egli li comprendeva.

Da quella data Edgar realizzò delle letture, non più sul solo corpo fisico, ma anche sullo spirito e sull’anima. Egli poteva indicare alle persone che lo consultavano quali erano state le loro vite precedenti e come queste si ripercuotevano sulla loro incarnazione attuale. Questi rapporti vennero chiamati “letture di vita”. Col tempo le informazioni trasmesse si diversificarono ed abbracciarono una vasta gamma di soggetti. Essa affrontò, fra gli altri, dei precetti mentali e spirituali, delle considerazioni inedite sulla psicologia e la parapsicologia, dei consigli destinati a migliorare le relazioni umane, la storia della Creazione, le civiltà scomparse e una descrizione affascinante della vita di Gesù.

Siccome le letture erano sempre più richieste, Cayce abbandonò il suo studio fotografico per dedicarsi totalmente ad esse e per andare alla ricerca di investitori per la costruzione dell’ospedale. Cominciò ad accettare le remunerazioni, tuttavia senza mai rifiutarsi di aiutare coloro che non potevano pagare i suoi servizi. In virtù dell’indiscutibile beneficio delle letture, parecchie persone si offrirono per finanziare l’ospedale che sognava. Però, un gruppo voleva costruirlo a Chicago, un altro a Dayton, mentre invece le letture specificarono Virginia Beach o i dintorni. Alla fine Morton Blumenthal, agente di cambio alla Borsa di New York, acconsentì a finanziare il progetto nel luogo raccomandato.



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Nel settembre 1925, la famiglia Cayce, accompagnata da Gladys Davis, si stabilì a Virginia Beach, in Virginia. Nel 1927 venne fondata un’organizzazione, Association of National Investigators, Inc. (Associazione di Ricercatori Nazionali). La sua missione era analizzare e sperimentare le informazioni contenute nelle letture; la sua massima: ”Rendiamo manifesto il nostro amore per Dio e l’umanità.” L’anno dopo, l’11 novembre 1928, venne inaugurato l’Ospedale Edgar Cayce. I pazienti vennero da tutto il paese, desiderosi di ottenere delle letture e di ricevere le cure di un personale competente. Nel momento delle letture, Cayce diagnosticò le malattie e prescrisse diversi tipi di trattamenti, dal cambiamento di regime alimentare all’intervento chirurgico. Non privilegiò alcuna branca della medicina bensì le raccomandò tutte, selezionando per ogni caso le più appropriate allo stato del paziente.

Il crollo borsistico dell’ottobre 1929 segnò l’alba della grande crisi economica. Nonostante ciò un’università dalla vocazione umanitaria, Atlantic University (Università Atlantica), iniziò i suoi corsi nel 1930. Nel febbraio 1931, l’ospedale dovette chiudere e l’organizzazione sciogliersi per mancanza di risorse finanziarie. L’università riuscì a sopravvivere fino a Natale.

A giugno dello stesso anno, venne creata l’A.R.E., Association for Research and Enlightenment, Inc. (Associazione per la ricerca e l’illuminazione), con lo scopo di studiare e diffondere le letture di Cayce. L’associazione si concentrò soprattutto sulla medicina olistica, la reincarnazione, i sogni e la loro interpretazione, i fenomeni psichici, la forza del pensiero, la preghiera e la meditazione, i principi filosofici e spirituali.

Un gran numero di persone desiderose di sviluppare la propria percezione extrasensoriale si rivolsero ad Edgar Cayce. Questi replicò loro che dapprima dovevano sforzarsi di elevare il loro livello di coscienza, visto che le capacità paranormali provenivano dall’anima. Assicurò loro che se avessero coltivato i valori spirituali, le loro facoltà psichiche sarebbero aumentate in modo naturale, secondo le loro necessità e il motivo della loro presente incarnazione. Cayce spiegò loro che, se erano disposte ad incorporare i precetti delle letture nelle loro credenze religiose o filosofiche, esse avrebbero ottenuto risultati favorevoli. Nel caso contrario, consigliò loro vivamente di ignorare le letture.

Nel corso degli anni, i poteri psichici di Cayce si amplificarono. Un giorno uscì correndo dalla stanza in cui si trovava, terribilmente angosciato perché aveva visto che tre giovani soldati a cui aveva pensato non sarebbero ritornati dalla guerra. Inoltre distingueva le aure, definite come il campo di energia luminosa che esiste attorno a tutto ciò che vive. Egli percepiva così la condizione fisica ed emotiva della gente.

Nella misura in cui crebbe la sua reputazione, sempre più scettici arrivarono a Virginia Beach con l’unico intento di accusarlo di frode. Presto o tardi essi si convinsero della sua sincerità e dell’autenticità della sua opera; molti sollecitarono persino delle letture. Fra loro lo scrittore Thomas Sugrue, cattolico fervente venuto con l’intenzione di mettere in evidenza quello che riteneva un’impostura, scrisse la biografia “C’è un fiume”, pubblicato nel 1943 durante la vita di Cayce. In modo analogo, la rivista Coronet, molto popolare a quell’epoca, divulgò le conclusioni della sua inchiesta in un articolo intitolato: “L’uomo dei miracoli di Virginia Beach”. Questo reportage ebbe talmente successo che Cayce diventò più famoso che mai.

Durante la seconda guerra mondiale, Edgar Cayce ricevette dei sacchi di corrispondenza. Per tentare di soddisfare le richieste crescenti egli portò il numero delle letture quotidiane a sei, ignorando le sue letture personali che lo misero in guardia dal pericolo di effettuarne più di due al giorno. Malgrado ciò bisognava richiedere una lettura con due anni di anticipo.

Nella primavera del 1944, Edgar cominciò a perdere le forze. Le letture gli consigliarono il riposo, ciononostante egli si sentiva obbligato a continuare ad assistere coloro che ricorrevano a lui. Alla fine cadde esausto e, come aveva realizzato la prima lettura per se stesso nel 1901, egli si diede l’ultima, nel settembre 1944. Questa lo esortò a sospendere le sue attività; quando Gertrude chiese per quanto tempo, la risposta fu: “Finché non si ristabilirà o morirà.” Lo stesso mese egli ebbe un colpo apoplettico e rimase parzialmente paralizzato. Verso la fine dell’anno i suoi amici temettero il peggio. Edgar disse loro che “sarebbe guarito” nell’anno nuovo, ma essi compresero che in realtà stava annunciando la sua morte, la quale avvenne il 3 gennaio 1945. Fino ad allora nessuno si era accorto che Gertrude era malata, tanto si mostrava coraggiosa e nascondeva i propri tormenti. Ella si spense tre mesi dopo, la domenica di Pasqua.

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Nell’attesa che i figli di Cayce ritornassero dalla guerra, Gladys Davis si occupò di archiviare, classificare e catalogare il contenuto delle letture che ella stessa aveva, in buona parte, annotato e poi ricopiato con fatica e pazienza. Terminò il progetto nel 1971, un quarto di secolo dopo averlo iniziato ! Nel corso del suo lavoro, elle poté apprezzare l’importanza e la varietà dei temi menzionati nelle letture. Queste coprono circa diecimila soggetti differenti e rispondono a pressoché tutte le domande immaginabili all’epoca di Cayce. Oltre ad assumersi questo compito considerevole, Gladys fu la segretaria delle organizzazioni legate all’opera di Cayce, fino alla sua morte nel 1986 all’età di ottantun anni.

Hugh Lynn Cayce assunse la guida dell’A.R.E. Destò l’interesse di molte persone per i concetti olistici delle letture ed il ruolo dell’associazione. Quando morì nel 1982, i membri erano passati da appena qualche centinaio a decine di migliaia. Oggigiorno innumerevoli persone nel mondo traggono beneficio dall’opera lasciata in eredità da Edgar Cayce sulla salute, la reincarnazione, i sogni, la percezione extrasensoriale, la meditazione, la crescita spirituale, lo studio comparativo delle religioni, la vita nell’al di là, l’astrologia, le profezie, i problemi mondiali e altro ancora.

Da dove proveniva il sapere trasmesso nelle letture ? In generale Cayce acquisiva i suoi elementi in due modi diversi: entrando in contatto con il subconscio delle persone per le quali effettuava le letture e scavando nelle “cronache akasciche” che egli chiamò anche “il libro della memoria di Dio”, archivi completi per tutte le anime dalla loro creazione, iscritti nelle coordinate spazio-temporali. Avendo accesso alle fonti universali di conoscenza, Cayce era in grado di dissertare su qualsiasi materia.

Attualmente, diverse organizzazioni sfruttano le informazioni fornite da Edgar Cayce. L’A.R.E., Association for Research and Enlightenment, Inc. (Associazione per la ricerca e l’illuminazione), è un’associazione di levatura mondiale che continua ad approfondire e a documentare le letture. Essa ne diffonde gli insegnamenti per mezzo di pubblicazioni, conferenze, seminari, riunioni, nonché di attività educative, culturali e sociali per adulti e giovani. L’E.C.F., Edgar Cayce Foundation (Fondazione Edgar Cayce), è un’organizzazione autonoma legalmente responsabile delle letture. Essa esamina i rapporti fra le nozioni trasmesse da Cayce e quelle derivanti da altre tendenze. L’ A.U., Atlantic University (Università Atlantica), che aveva chiuso i battenti nel 1931, è stata riaperta nel 1985. Fra le discipline insegnate nel suo programma di formazione figurano la filosofia delle letture di Edgar Cayce, la vita interiore, la parapsicologia e le religioni comparate. La Cayce-Reilly School of Massotherapy (la Scuola di massaggi Cayce-Reilly) forma dei massaggiatori e dei terapeuti secondo i principi olistici delle letture L’A.R.E. Health Services Department (il Dipartimento di salute dell’A.R.E.) utilizza tali concetti nelle sue terapie naturali. L’Health and Rejuvenation Center (Centro per la salute ed il ringiovanimento), analizza le informazioni mediche contenute nelle letture ed include il materiale nelle applicazioni mediche contemporanee.

L’esistenza di tutte queste organizzazioni dimostra che le informazioni fisiche contenute nelle letture di Edgar Cayce, fotografo dell’inizio del ventesimo secolo originario della campagna, hanno passato con successo la prova dell’indagine approfondita di cui sono oggetto da molti anni.
FINE